“Il gusto della bellezza è la prima forma di antimafia” lo ha detto mons. Giancarlo Bregantini, riprendendo un concetto molto caro ad un uomo che di lotta alla mafia se ne intendeva: Peppino Impastato. Se dovessimo tenere questo concetto come stella polare (che non farebbe assolutamente male) potremmo e possiamo dire che Crotone è una città fortemente mafiosa. Già, perché in questa città, culla di una civiltà strordinatia come quella ellenica, siamo arrivati a livelli che rasentano la barbaria morale e culturale. Il rispetto delle regole è solo per chi conserva ancora un briciolo di amor proprio e per le cose belle. Per chi ha ancora il senso civico del bene comune, del rispetto per gli altri e per le altrui cose. Per cui a Crotone è “normale” lasciare la macchina in doppia fila su una strada a doppio senso; parcheggiare sulle rampe per i disabili; non far passare i pedoni sulle strisce pedonali; riempire la spiaggia di bottiglie e spazzatura varia; fare il tiro al bersaglio ai lampioni; sparare bombe carta in piena notte (come avvenuto nella nottata appena trascorsa). Sembra quasi di vivere nel film “1997 fuga da New York” oppure di sentire un vecchio spot: “L’unica regola è che non ci sono regole”. Ma quali sono le figure preposte all’insegnamento della bellezza, del rispetto delle regole? La famiglia prima di tutto, la scuola e gli amministratori. Tre elementi indispensabili per la vita di una comunità. Ma, evidentemente, a Crotone da qualche parte deve esserci uno o più corto circuiti. Riavvolgiamo il nastro degli ultimi mesi dell’Amministrazione. Ci sono due splendidi eucaliptus secolari davanti al Tribunale. La Procura (?) dice che le radici di uno dei due danno fastidio all’archivio. Via, tagliati tutti e due. Alberi con più di cento anni di vita. Nel rione Fondo Gesù sono stati tagliati platani da fronda: “Erano malati” suggerisce l’assessore, ma quanti erano malati, tutti? Dov’è la relazione dell’agronomo? Pet non parlarw della telenovela Fiera Mariana. È partita la differenziata evviva, evviva. Anzi no, era uno scherzo. Il Castello di Carlo V per tre volte risputa indietro i turisti perché chiuso nel fine settimana. Un volta è colpa del dipendente che si è portato le chiavi e non è venuto a lavorare (ma mi faccia il paicere); un’altra volta “il Castello è chiuso per problemi tecnici” e, infine, “nei pomeriggi di sabato e domenica non apre”. I giornalisti fanno il proprio dovere: scrivono e raccontano i fatti. Alcuni vengono anche accusati di “aver portato i turisti al Castello negli orari di chiusura”. Poi, magicamente, si trova il personale dell’info point che sabato e domenica pomeriggio invece di stare alla Casa delle culture può andare al Castello che, finalmente, riapre anche nei week end. Il Comune che fa? Ancor prima dell’orario di chiusura invia un comunicato stampa in cui dice: “Guardate quanta gente è venuta a visitare il Castello. Record di presenze”. E a questo punto Eduardo De Filippo avrebbe santificato “il pernacchio”. E arriviamo all’ultima genialata: la fontana (ei fu) di piazzetta Rino Gaetano. Siccome è diventata un bidone della spazzatura, grazie ai tanti incivili crotonese, la coprite con cemento e piastrelle. Come dire: “Siccome siamo incapaci di tutelarla e farla rivivere, la diamo per vinta ai vandali. Non sarà più una fontana”. Credo che a Roma abbiamo avuto la stessa idea dopo l’incursione degli hooligans olandesi alla Barcaccia del Bernini a piazza di Spagna. Avete fatto come Frassica: “Per risolvere il problema della forfora tagliatevi la testa”. Forse sarebbe meglio dare il messaggio opposto e far rivivere quella fontana, renderla ancora più bella. Questa volta, però, devo dire che l’indignazione e la rabbia dei miei concittadini è stata ampia. Avete mai pensato che la bellezza incute timore? Se una cosa è bella forse ci pensi tre volte prima di farle del male. Ma voi no, voi preferite inviare il messaggio dell’orrido. Così come gli alberi secolari tagliati, i magnifici platani uccisi, il verde pubblico inesistente. E quando dico voi dico amministratori vari e che si sono succeduti. Ma vi fa tanto schifo vivere nella bellezza? (tutti cittadini e amministratori) Le rotonde? Meglio piene di marmo e cemento, perché fiori e piante hanno bisogno di manutenzione. Però magari danno il senso del bello e fanno lavorare qualcuno in più visto che avete l’Akrea. Se il gusto del bello è la prima forma di antimafia, voi avete il gusto dell’orrido e della bruttezza, quella materiale e non solo.
Crotone,
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