Crotone,
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Lettera al mio vescovo

Egregio monsignor Domenico Graziani, vescovo di Crotone
le sue ultime uscite, così come le prime, quando arrivò, non possono che destare la curiosità del giornalista e dell’attento osservatore. E noi diamo credito solo ai fatti realmente accaduti.
Vede, lei si presentò per la prima volta a Crotone partecipando ad una manifestazione contro i Dico (i diritti civili in favore delle coppie di fatto) insieme ad una formazione neo fascista. Dal nostro punto di vista non proprio un bel biglietto da visita. Poi abbiamo assistito alla vendita di un terreno in località Giammiglione in favore della ditta Maio, che si occupa, tra l’altro, di smaltimento di rifiuti tossici e pericolosi. E indovini un po’ quel sito dalla Chiesa venduto a cosa è destinato?
Da attenti osservatori e cronisti non possiamo inoltre non notare che dal suo arrivo ad oggi molte cose sono cambiate. È nato un liceo privato paritario che è stato intitolato al papa emerito Benedetto XVI. È nato in un luogo dove prima c’era il seminario, ora non c’è più. Esisteva, quando lei era ancora parroco, il conventello gestito dalle suore; vero e proprio punto di riferimento per ragazzini in difficoltà, soprattutto quelli del centro storico, e che dava ospitalità anche alle donne in difficoltà. Ora non c’è più.
Esisteva l’asilo del Sacro cuore, ora non c’è più. Ci dicono che la Chiesa avrebbe rivoluto indietro, o quanto meno preteso un fitto (poi avuto), per le strutture di Sovereto, dove da anni la cooperativa Agorà offre ospitalità, assistenza e una opportunità di vita a chi vuole uscire da una dipendenza. Quella stessa struttura che monsignor Giuseppe Agostino affidò in comodato d’uso gratuito all’Agorà quando ancora era una catapecchia. La invitiamo a recarsi ora per vedere cosa è diventato quel posto per il quale l’Agorà paga mille euro al mese di fitto alla Curia crotonese. Stiamo ancora cercando di capire cosa è accaduto alla Caritas crotonese.
Abbiamo cercato le sue dichiarazioni sulle questioni ambientali che riguardano Crotone, ma non siamo riusciti a trovarne, né sulla bonifica dei siti inquinati, né sui tanti, troppi casi di tumore che colpiscono questo territorio. Ne abbiamo, invece, trovata una molto interessante sul rispetto dell’ambiente, ma è successiva all’enciclica di papa Francesco “Laudato si’” che tratta appunto di salvaguardia del pianeta e di povertà. Poi abbiamo trovato la sua dichiarazione in favore di una struttura sanitaria privata, ma non un rigo sulla devastazione della sanità pubblica. Eppure i suoi parroci assistono giornalmente decine di persone malate, che magari faticano a pagarsi le cure.
Vede monsignore, a nostro parere la Chiesa crotonese non ha bisogno di un partito politico; politica potrebbe e dovrebbe essee contribuire alla crescita culturale di questo territorio, l’unico modo per essere liberi e produrre socialità. Questo è un territorio completamente in mano alla ‘ndrnagheta e ai gruppi di potere che hanno come obiettivo la sola propria sussistenza, cercando di succhiare quanti più soldi possibile. Come del resto fanno da almeno vent’anni. Eppure su questo non una parola da nessuno. Per decenni la Chiesa a Crotone è stata creatrice di crescita, di socialità, di riscatto e di confronto, anche di altissimo livello. Davvero vicina alla gente di strada. Ripetere quella esperienza sarebbe veramente rivoluzionario, significherebbe anche restituire dignità alla politica, quella con la P maiuscola.