Lo scrittore e saggista Predrag Matvejevic è morto, all’età di 84 anni, nell’ospedale di Zagabria dove era ricoverato da tempo. Uomo impegnato dal punto di vista dei diritti umani, Matvejevic è stato anche docente universitario e si è sempre battuto per la pace e il dialogo tra i popoli, in particolare, ovviamente, tra quelli dei Balcani. Nato a Mostar quando la città faceva parte della Jugoslavia (poi sarebbe diventata Bosnia-Erzegovina), ha vissuto anche in Italia (dal 1994 al 2008), dove ha insegnato Slavistica alla Sapienza di Roma dal 1994 al 2007. In precedenza era stato docente di Letteratura francese all’Università di Zagabria e di Letterature comparate alla Nuova Sorbona-Parigi III. Era emigrato in Francia nel 1991. Fu consulente per il Mediterraneo nel Gruppo dei saggi della Commissione europea durante la presidenza Prodi; vice presidente del PEN Club Internazionale di Londra; cofondatore e presidente del comitato scientifico della Fondazione Laboratorio Mediterraneo (oggi Fondazione Mediterraneo) di Napoli. Per la sua attività di scrittore ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero, fra cui il Premio Malaparte nel 1991, il Premio Strega europeo nel 2003 e il Prix du Meilleur livre étranger 1993 a Parigi. Il governo francese gli ha conferito la Legion d’Onore, il presidente della Repubblica Italiana gli ha attribuito la cittadinanza italiana e il titolo di Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana.
Tra le sue opere più importanti si ricordano, “Breviario Mediterraneo” – tradotto in varie lingue – “Sarajevo”, “Un’Europa maledetta”, “Pane nostro”.
Migliaia di scrittori e intellettuali da tutto il mondo scrissero una lettera per attribuire a Matvejevic il Premio Nobel per la letteratura, ma soprattutto perché avesse le giuste cure nell’ospedale di Zagabria.
Predrag Matvejevic era di casa a Crotone. Ha fatto parte della giuria del Premio Crotone dal 2005 al 2007, insieme a Mario Fortunato e Vito Teti,ai tempi in cui era presidente dell’Ente Sergio Iritale. In quel periodo il premio fu assegnato dalla Provincia di Crotone ad Adriano Sofri, Dacia Maraini e Claudio Magris. Ma Predrag Matvejevic era innamorato di Crotone. Era spesso in città per tenere conferenze sul Mediterraneo e sulla letteratura. Ha collaborato in tante iniziative della Provincia di Crotone, scrivendo un saggio sul catalogo della mostra di Mimmo Jodice “Segmenti Mediterranei” per una mostra tenuta poi nel Museo di Capocolonna. Spesso amava passeggiare lungo la spiaggia e tra i relitti delle carrette del mare sul vecchio porto di Crotone. Fu qui che il grande fotografo Mario Dondero immortalò Matvejevic appoggiato ad una carretta del mare che aveva trasportato umanità in salvo, e l’immagine di Predrag si rifletteva in una pozzanghera, come due realtà che si specchiano. Amava parlare di Mediterraneo di questo grande mare che è inzuppato di cultura e di storia. Predrag suonava benissimo il pianoforte e ogni tanto a cena, quando vedeva un pianoforte, non resisteva alla tentazione di intonare qualche sua canzone preferita. Si restava incantanti dal suo tono di voce con un misto di accento italiano, francese e soprattutto slavo. Incantati dal racconto della distruzione e ricostruzione del ponte di Mostar, divenuto simbolo dell’atroce guerra dei Balcani. Ci si perdeva anche nei suoi occhi di colore indefinito, ma eccezionalmente vivaci, scrutatori. Con Predrag Matvejevic scompare un grosso pezzo di cultura europea, un intellettuale sopraffino, uno scrittore eccezionale e una mente talmente ampia da contenere il Mediterraneo.
Matvejevic e Crotone si sono amati per anni, come due innamorati lontani si incontravano nei momenti più belli per scambiarsi i doni migliori: la narrazione del poeta slavo e la bellezza dei luoghi mediterranei.