Riceviamo e pubblichiamo
“La Direzione del museo archeologico nazionale di Crotone è lieta di comunicare che oggi 24 febbraio 2016, è finalmente tornata in esposizione la barchetta nuragica, uno dei pezzi più rilevati dell’intera collezione. Dal 13 marzo 2014 il reperto si trovava all’interno del percorso espositivo della mostra “L’isola delle Torri. Tesori dalla Sardegna nuragica”, mostra organizzata dalla Regione Sardegna e dalla Soprintendenza archeologia della Sardegna che, grazie alla collaborazione del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e di altre Soprintendenze italiane, ha visto riuniti in un’unica esposizione una serie di oggetti di produzione sarda rinvenuti in diversi siti in Italia, disegnando così una fitta rete di contatti e di scambi che attraversava il Mediterraneo antico. La civiltà nuragica ha avuto il suo sviluppo in Sardegna tra II e I millennio a.C. ed il percorso espositivo ne ha potuto proporre gli aspetti fondamentali.
Partendo da Cagliari per poi spostarsi al Museo Pigorini di Roma, e giungere infine a Milano presso il museo civico archeologico di Milano, la mostra è stata quindi un’importante occasione per contribuire a valorizzare a livello nazionale il patrimonio del nostro museo.
Di norma le navicelle nuragiche sono associate a contesti funerari, per cui esse vengono interpretate come preziosi oggetti dal valore apotropaico. Ma esse sono state ritrovate anche all’interno di aree sacre, non solo in Sardegna. Il potere magico degli animali su di esse raffigurate viene dagli studiosi inteso come atto a favorire il buon esito della navigazione del defunto verso l’aldilà.
Anche per questo il pezzo trovato a Capo Colonna nel corso dello scavo archeologico dell’edificio B all’interno del grande santuario dedicato ad Hera Lacinia rappresenta un unicum, non soltanto per la sua valenza simbolica, ma per il carattere atipico del luogo di ritrovamento. Nell’edificio infatti venivano custoditi gli ex-voto più significativi del santuario lacinio e perciò la presenza di tale oggetto deve riferirsi ad un contatto avvenuto tra due mondi, quello sardo e quello della Magna Grecia , che evidentemente a quei tempi non trovavano nel mare un ostacolo o una barriera ma, al contrario, un fondamentale veicolo di comunicazione. L’importanza della barchetta del Lacinio deriva quindi dall’esplicito richiamo al mare che ne fa un testimone essenziale del collegamento tra il culto alla dea crotoniate e la navigazione”.