Crotone,
Tempo di lettura: 5m 19s

Da Crotone a Milano, il good style inconfondibile di Frank Gallucci

frank-gallucci-2 frank-gallucci-6frank-gallucci-4

frank-gallucci-3frank-gallucci

di Michela Bastone

È davvero bello Frank Gallucci e bella è la naturalezza con cui esprime l’amore per la propria terra e il suo lavoro. Nasce come influencer nel 2013; è da allora che mixando foto, campagne di comunicazione ed interviste, è riuscito a diventare uno dei volti più conosciuti nel suo campo.  Ed è così che a colpi di spontaneità e carisma, ha conquistato i social network, Instagram @frankgallucci e Facebook fan page frank gallucci.

Come nasce Frank Gallucci?

«È successo davvero tutto per caso. Mi sono laureato in Scienze politiche a Perugia, subito dopo la laurea, il viaggio in Australia per perfezionare la lingua, nulla di più. Ed è proprio durante il viaggio che ha letteralmente preso forma l’idea di diventare prima blogger poi influencer. In Australia quattro anni fa Instagram era già molto diffuso e Systrom, cofondatore di questa piattaforma, era riuscito a soddisfare, nella terra dei canguri, ma soprattutto in America, gli affamati di foto della rete che attraverso i filtri avevano scoperto prima di noi europei quanto possa essere utile fare un click al mare, al proprio outfit, al compleanno della nonna e poi postarlo».

 Come si fa a passare da 1 a oltre 100.000…followers?

«La tigna calabrese è stata essenziale. Io ce la devo fare. È la sintesi perfetta del “Gallucci pensiero”. I primi mesi sono stati durissimi, pochi followers, poca attenzione nei miei confronti, ma la caparbietà calabrese mi ha sicuramente aiutato, lavoravo duramente su me stesso, mi mantenevo facendo il commesso a Milano, intanto mi guardavo intorno copiando, ma soprattutto perfezionando il mio stile e poi pian piano è arrivata la notorietà. Probabilmente la qualità del lavoro paga sempre».

 Come è cambiata la tua vita?

«Ho fatto esperienze che non avevo mai neppure sognato e sto lavorando per brand e aziende molto note tra cui: Tod’s, Missoni, Maserati, Nike. Funziona come per un imprenditore, a tutti gli effetti. Ho costruito un lavoro da zero e senza averlo progettato.  Non è semplice. Sembra facile questo mondo, ma non lo è. I social hanno avuto il loro boom negli ultimi tre anni, per stare al loro passo devi essere versatile e pensare velocemente, se hai un’idea vincente devi metterla subito in pratica, domani potrebbe essere già l’idea di qualche altro».

 Ti definisci influencer: ci spieghi la differenza tra blogger e influencer?

«Ci tengo a cercare di spiegare la differenza perché molti la confondono facendone un unico minestrone: il blogger per antonomasia è colui che recensisce su una piattaforma che può essere una rivista, un magazine, un blog, purché sia on-line. L’influencer è colui che con i suoi gusti influenza a tutto campo o solo nei campi in cui è specializzato/focalizzato il bacino di utenza a cui si rivolge. Oggi tutti però possono essere influencer: il difficile sta proprio nel crearsi una cerchia di audience. www.frankgallucci.com non lo definisco un blog, piuttosto lo ritengo una sorta di contenitore di lifestyle».

Quando hai cominciato ad appassionarti alla moda?

«Sin da piccolo sono stato sempre un appassionato di moda, sono cresciuto a pane e riviste, mi ha sempre affascinato la moda e la cura dei dettagli, ma non è colpa mia! Sono italiano, e gli italiani hanno nel loro DNA la moda, il gusto per il bello e raffinato. Ma la svolta l’ho avuta dopo essermi trasferito nella capitale dello stile e del fashion: Milano. Mi ha cambiato, è una città in cui camminando impari, sembra di essere a teatro, e se hai un’idea vincente l’attore principale potresti diventare tu».

 

Come si svolge la giornata tipo di Frank Gallucci …

Mi sveglio presto: si il mio mantra è il mattino ha l’oro il bocca. Poi leggo i giornali, mi nutro di informazione e poi colazione salutista, guardo i miei social e poi appuntamenti di lavoro, che sono più pregnanti nei giorni che anticipano le varie sfilate di moda. E poi lo sport, mi alleno almeno 3 giorni la settimana: abbinato al buon cibo, e comunque venendo dalla terra di Milone non potrei tradire la tradizione di sportivo (ehhhhhhh)

 Cosa non dovrebbe mancare nell’armadio dell’uomo 3.0?

«Sicuramente un abito da giorno, non nero ma blu, lo trovo più democratico. Due o tre cravatte. Ti svelo un trucco: quando parli con un uomo non guardi il suo vestito, ma focalizzi la tua attenzione sulla sua cravatta, se ne hai due o tre belle ma diverse sembra che tu abbia due o tre bei vestiti.

In più difficilmente abbino cravatta con pochette, anzi mai non lo trovo di gran gusto, al massimo pochette dello stesso colore della camicia. Servono poi un bel paio di scarpe, italiane please, che si adattino sia ai jeans che ai pantaloni. Altro elemento fondamentale è la camicia bianca e azzurra e poi perché no un giubbotto in pelle nero o marrone, è utile poiché è valido for all season.

Ma il segreto è stare bene con se stessi. Se guardandoti allo specchio ti viene da dire: ok ci siamo, allora hai creato l’abbinamento giusto».

E Crotone?

«Beh Crotone rappresenta un capitolo a parte…l’odore del mare, il calore della gente che si sprigiona in tutte le sue sfaccettature che partono dal dialetto, all’odore del pane che esce dal forno, passando per l’odore del pesce quando si va a correre sulla passerella….forse l’amore per la propria città non stancherà mai; i miei genitori vivono a Crotone, appena posso ci ritorno per rigenerarmi, e poi il mio infaticabile web master Francesco Gentile vive e mi supporta dalla città di Pitagora, spero di poter realizzare qualcosa nella mia terra».

A Good Style !