Scoperti, esposti agli agenti atmosferici, privi di qualsiasi copertura o protezione. Si presentano così i mosaici delle terme e della domus di Capocolonna, anche in assenza degli operatori che da qualche settimana stanno lavorando al loro recupero.
Le fotografie che pubblichiamo sono state scattate questa mattina, a cantiere non attivo. Il mosaico dei delfini portato alla luce agli inizi del 1900 dall’archeologo Paolo Orsi appare privo di qualsiasi protezione, sia pure un telo, e sottoposto all’azione degli agenti atmosferici; scoperto ed esposto, con lacune visibili in alcuni tratti del mosaico stesso. Stessa situazione è evidente nell’ambiente vicino, considerato dagli addetti ai lavori estremamente importante, per il motivo geometrico con losanghe che si evince nella pavimentazione in cocciopesto.
Dall’altra parte, di fianco alla chiesetta, stesse condizioni per il mosaico che costituiva il pavimento della domus romana.
I lavori, spiega un cartello nel cantiere, sono in via di esecuzione ad opera della Riccardi di Francavilla Marittima, in provincia di Cosenza, che per il restauro e la verifica delle condizioni dei mosaici sta impiegando tre operatori; committente è il Mibac – segretariato regionale Mibac Calabria; progettista e direttore dei lavori l’architetto Vincenzo Ammendolia.