Crotone,
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Crotone, “Mariella Tamborrino si è suicidata?”: ieri la trasmissione “Chi l’ha visto?” ha sollevato molti dubbi

«Perché Mariella Tamborrino avrebbe dovuto tagliare i laccetti dei sandali invece di slacciarli? “Non c’erano forbici”. I dubbi dei familiari sulla morte della giovane avvocatessa precipitata dal balcone di casa del compagno a Crotone nel 2012.
Mariella non si è suicidata”: si oppongono all’archiviazione i genitori dell’avvocatessa precipitata dal balcone di casa del compagno a Crotone nel 2012. Avevano litigato?».

Questi alcuni degli interrogativi posti ieri sera nella famosa trasmissione di Federica Sciarelli, Chi l’ha visto? di RaiTre e pubblicati sul sito internet. Tante le incongruenze emerse e una indagine che forse ha tralasciato troppi particolari. E poi la presenza di alcuni personaggi arrivati subito sul fatto, gli stessi che avrebbero svolto ruoli ai quali non erano deputati in quel momento. E, ancora, appartamento e automobile sequestrate solo dopo alcuni giorni.

Federica Sciarelli ha esordito dicendo: “Voglio dire ai nostri telespettatori che in Italia c’è qualcosa che non quadra, perché ogni tanto una donna, una giovane donna casca giù”. E paragona il caso di Mariella ad altri di cui si è occupata “Chi l’ha visto?”.

Ieri sera Claudia Aldi, che ha realizzato il servizio a Crotone, ha sollevato molti dubbi su quanto accaduto quella sera (1 settembre 2012) in quell’appartamento di via Santa Croce a Crotone. Così come le tante incongruenze a partire da quella fatta rilevare in studio: “I laccetti dei sandali di Mariella erano tagliati, ma in casa non c’erano forbici”. In studio, insieme a Federica Sciarelli, c’erano gli avvocati Francesco Laratta e Roberta Succi, ma soprattutto i genitori di Mariella, Luigina e Antonio, distrutti dal dolore e da una verità che forse non è quella che le carte bollate hanno raccontato. Soprattutto il papà di Mariella che nel servizio dice: “Ho fatto 40 anni di servizio in Questura a Crotone, ho aiutato un sacco di gente, e non ho potuto aiutare mia figlia”. Già, chi poteva aiutare Mariella, chi poteva aiutare i suoi genitori a trovare e cercare la verità? Chi c’era sulla scena del fatto subito dopo quanto accaduto? Come sono state condotte e coordinate le indagini?

Intanto gli avvocati hanno annunciato che, sulla scorta di un memoriale da loro consegnato al pubblico ministero, la Procura della Repubblica di Crotone si è opposta alla sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell’unico indagato, l’ex compagno Michele Cavallo, da parte del gup Abigail Mellace. Si attende la convocazione per la discussione in Corte d’Appello a Catanzaro.