Lettera aperta a Ugo Pugliese, sindaco di tutti i crotonesi.
Apprendiamo dai media della Sua volontà di rivedere tutto l’annoso e complesso iter che ha portato al rilascio del permesso a costruire del villaggio turistico Marine Park Village, a Punta Scifo, sul promontorio di Capocolonna, area da tutti i cittadini crotonesi ritenuta la più bella rimasta indenne da fenomeni di speculazione edilizia. Parimenti prendiamo atto che “se potrà, bloccherà la costruzione del Marine Park Village”.
Il caso Marine Park Village è solo una parziale visione del complesso scenario della gestione edilizia nei terreni sottoposti a vincolo paesaggistico nel comune di Crotone. Dal 1965 l’area sud della città, comprendente la costa e l’intero promontorio di Capocolonna, è stata vincolata con Decreto Ministeriale che vuole proteggere testualmente “…la struggente bellezza dei calanchi e del promontorio…”. Mentre nel corso degli anni gli imprenditori edili crotonesi peregrinavano presso la Soprintendenza BAP e Archeologica, ufficio apposito per tutelare il vincolo ministeriale, per ottenere il rilascio del “nullaosta” paesaggistico per poter costruire, i cittadini, coscienti o ignari del danno che si perpetrava, hanno visto trasformare “ la struggente bellezza dei calanchi” in ammassi di ville con giardino, che niente hanno a che fare con la tutela del paesaggio e con la destinazione urbanistica ad indirizzo turistico delle aree.
Né mai, in tutti questi 50 anni, alla Soprintendenza e alle varie Amministrazioni comunali è venuto in mente di dubitare se l’oggetto del vincolo avesse e abbia ancora un senso nell’attualità.
L’esempio di Scifo è l’ultima dimostrazione che, per alcune persone, il vincolo può essere aggirato con procedimenti più o meno “furbi” e viene gestito in modo “discrezionale”, senza seguire un principio di trasparenza e di fiducia indispensabile tra istituzioni e cittadini.
Tralasciando le infiltrazioni mafiose supposte nell’affare, questioni che rimangono di competenza della Magistratura, in cui nutriamo fiducia, resta comunque il fatto che i cittadini sono smarriti di fronte alla diversità di trattamento con cui i vari Uffici valutano le iniziative proposte, adottando a volte parametri estremamente rigorosi, altre volte incomprensibilmente permissivi, senza che i cittadini possano capire e prendere coscienza del “bene tutelato”, così da poterne essere custodi, come stabilisce la legislazione, anche regionale. Il Quadro Paesistico Regionale in tema di partecipazione dei cittadini alla gestione del territorio auspica la formazione di Comitati dal basso per il controllo e la tutela del territorio… E’ ovvio che, in presenza di nullaosta paesaggistici rilasciati in maniera “disinvolta”, le aspettative dei cittadini, anche se riuniti in modo organizzato, avranno vita dura di fronte a provvedimenti rilasciati in modo “schizofrenico” ed illogico. Occorre che il Consiglio comunale non si limiti a deliberare solo sui debiti fuori bilancio, ma ritorni ad occuparsi seriamente della programmazione del proprio territorio. Con questo obiettivo, chiediamo:
– che ogni 4-6 mesi almeno una seduta di Consiglio comunale sia dedicata alla discussione delle attività edilizie programmate ed al monitoraggio svolto sulle stesse dagli uffici;
– che il Consiglio comunale si dia dei criteri ed indirizzi, assumendosi la responsabilità di governare il territorio, non soltanto in occasione della formazione del Piano Regolatore.
D’altra parte, le ripetute affermazioni secondo le quali la “colpa” della costruzione del Marine Park Village sarebbe del Piano regolatore, impongono che siano ridiscusse, in sede consiliare, le norme che regolano l’attività edilizia in campo agrituristico, per rilevarne l’eventuale incongruenza, chiarirne l’interpretazione ed eventualmente modificarle in modo da armonizzarle con le norme vincolanti.
Chiediamo ancora che siano controllati gli interventi già realizzati ed in fase di realizzazione, per verificare se le indicazioni contenute nel permesso a costruire siano mantenute nel tempo e non vengano stravolte da frazionamenti delle aree con conseguente vendita delle parti frazionate, snaturando il senso unitario dell’intervento stesso secondo i permessi rilasciati.
L’impegno che le chiediamo è quello di controllare se i percorsi che hanno generato i permessi a costruire rilasciati al Marine Park Village, nello specifico la proroga 106/NC e quello in sanatoria 95/NC del 2015, siano conformi alle direttive impartite dalla Regione Calabria, dopo l’approvazione del Quadro paesistico regionale (QTRP), che prescrivono, per le zone fuori dai centri abitati, il vincolo di edificabilità; si richiede ancora di verificare se l’intervento, in tutte le sue articolazioni, abbia rispettato le norme di salvaguardia che vigevano prima di tale approvazione.
In particolare, Le chiediamo di verificare se il Dirigente comunale abbia esaminato in istruttoria che l’intervento potesse essere qualificato come agrituristico, alla luce altresì della legge regionale sull’Agriturismo, o si sia limitato a recepire in atti il contenuto della perizia eseguita dal tecnico di parte privata, che accertava l’attività agricola dell’intestatario dell’intervento edilizio.
Le chiediamo anche l’impegno di controllare se le caratteristiche agricole degli interventi “edilizi”, già realizzati come agrituristici, in particolare sul promontorio di Capocolonna, siano ad oggi ancora mantenute e, parimenti, se le attività turistiche per le quali è stato rilasciato il permesso a costruire siano ancora tali e non siano state trasformate in vere e proprie lottizzazioni mai autorizzate.
E ancora, le chiediamo di convocare, in audizione con la Commissione Consiliare del Territorio, il Soprintendente ai BAP e Archeologici, affinché chiarisca:
– come mai abbia asserito ufficialmente al Ministro dei Beni Culturali che il complesso turistico era già stato realizzato;
– come mai il nullaosta paesistico rilasciato dalla Provincia, pur carente della documentazione necessaria, non sia poi stato revocato, in autotutela, perché nullo e inefficace in quanto, come ben sa, il silenzio-assenso si può formare solo in presenza di un completo e legittimo procedimento.
– Infine, Le chiediamo di accertare se il dirigente comunale abbia gestito la pratica in autonomia o abbia anche edotto i rispettivi Assessori dell’impatto sull’ambiente e sul paesaggio che avrebbe comportato un simile intervento, e se sì, quali siano stati i pareri di tali Assessori in merito.
Naturalmente, interventi di questo genere, realizzati con procedure anomale e discutibili, che devastano i microambienti naturalistici e protetti, il paesaggio nella sua completezza ed identità, non possono che apportare danni irreparabili all’economia, alla memoria storica ed alla conformazione del territorio, nota per la sua unicità ed amenità.
Quale risorsa, inoltre, per il turismo e per la crescita occupazionale possono rappresentare siffatte attività isolate ed avulse da contesti adeguati, in assenza di un piano di sviluppo integrato, di un sistema sinergico e di una rete dei trasporti adeguata?
La natura ci ha consegnato un grande patrimonio, noi possiamo distruggerlo, sacrificandolo agli interessi di pochi e confermando il severo giudizio di Petronio sul popolo dei Crotoniati, o preservarlo, proteggerlo, progettando interventi organici, rispettosi dell’ambiente e del territorio e, soprattutto, coerenti con la grande civiltà che la città di Crotone ha rappresentato nella storia della Magna Grecia.
Ilario Sorgiovanni, Andrea Correggia- M5S Crotone