Crotone,
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Chiudete Crotone: a che serve tenere aperta una città agonizzante da 25 anni?

foto: CrotoneNews

Chiudete Crotone. A che serve tenere aperta una città che sta agonizzando da 25 anni?

Una città incapace di esprimere una classe dirigente abbastanza lungimirante da immaginare, sognare e programmare il futuro di questo lembo di terra, benedetta dagli Dei e barbarizzata dagli uomini.

Perché per programmare il futuro bisogna prima sognarlo. E invece abbiamo avuto solo classi dirigenti e amministrazioni con la filosofia dei Picari: pensiamo a procacciarci il cibo per oggi, domani si vedrà.

Ecco, proprio questa filosofia del pensare all’oggi anziché programmare il futuro e avere una idea di futuro per questa città, fa in modo che i giovani scappino (se vogliamo anche giustamente). Quei giovani, soprattutto nella fascia di età universitaria, 18-30 anni che, con la loro vivacità culturale, la loro effervescenza di creatività, servirebbero come l’ossigeno ad una città arrugginita nella mente, atrofizzata nei pensieri e corrotta nelle coscienze.

Oltre a non esserci nessuna idea di futuro per Crotone, non ci sarà nessuna sopravvivenza se non si arresterà “l’emorragia di giovani” verso altri lidi più attrezzati, meglio organizzati e che possano far loro immaginare un futuro.

A tutti piacerebbe vivere tra i propri affetti, amicizie, luoghi di infanzia, e fare qualcosa di buono per la città natale e la sua gente. Ma cosa fa la città, l’amministrazione e la classe dirigente per favorire questo? Ve lo dico alla Cetto, così proviamo anche a sorridere un po’ in questo deserto culturale: “Na beata minchia”.

Allora chiudiamola Crotone. A che serve tenere aperta una città in cui mancano i servizi essenziali (finanche le disinfestazioni vengono fatte dopo che parassiti, blatte e topi hanno proliferato), figuriamoci anche solo pensare ad altro.

Una città che per alcuni aspetti sembra spettrale. Una città che ha fatto un passo indietro di oltre 40 anni visto che vengono minate anche le libertà personali nell’essere e nel voler essere se stessi (penso ai diritti civili di ogni singolo cittadino e alla sua libertà di poterli manifestare liberamente senza essere aggrediti o addirittura malmenati).

Invece di mettere tip top e chiudere i rubinetti ad ogni sputo di tubo, si potrebbe fare un resoconto serio delle condizioni della conduttura e fare in modo che un buco non lasci 60mila persone senza acqua?

Invece di lasciare la spazzatura per giorni a marcire per strada si può pensare di ampliare la raccolta differenziata e farla partire davvero in tutta la città, anziché bearsi perché dopo 20 anni è partita in due quartieri?

Si può cercare di riaprire il Castello di Carlo V, il Bastione Toledo, il teatro, la villetta del Chimico, l’ex scuola elementare di San Francesco, l’ex Dispensario (solo per fare alcuni esempi).

Si può andare alla Regione e battere i pugni sul tavolo, alzare le barricate, fino a quando Crotone non avrà collegamenti reali, veri aerei e su rotaia?

Si può progettare il futuro di questa città e disegnare un percorso in cui i giovani non siano più costretti ad andare via (ma lo possono fare per libera scelta), magari aprendo 4 corsi di laurea universitari unici (se volete qualche idea io ce l’ho anche su come finanziarli)?

Si può fare in modo che l’ordinario non diventi straordinario?

Insomma di domande ne potremmo fare centinaia, l’unica cosa che non possiamo fare e non possiamo più permetterci e dire: “È colpa di quelli di prima”. Eh no, sarà anche colpa di quelli di prima (cantilena che si sente da 25 anni), ma è anche vero che se ci si candida a governare la città si è consapevoli di cosa vi/ci aspetta. Chi pensa che dopo aver vinto le elezioni poi ci sia una passeggiata di salute o è in malafede, oppure mente.

Ci sarebbero mille modi per attirare finanziamenti europei, ma occorre avere le professionalità e soprattutto i progetti (la Puglia insegna), altrimenti non si va da nessuna parte.

E allora provate a immaginare e programmare il futuro di questa città, altrimenti chiudete Crotone, staccate la spina e lasciatela morire lentamente, come del resto sta avvenendo.

“S’intravedeva non lontana una città fortificata, situata su un’altura […] quando un contadino ci disse ch’era Crotone, città antichissima e, un tempo, prima d’Italia. Cercammo allora di sapere come fossero gli abitanti e quali commerci preferissero dopo che le guerre avevano rovinato il paese: “Cari signori” ci avvertì il contadino, se siete negozianti cambiate strada e cercate di fare affari altrove. Ma se invece siete dei raffinati e sapete mentire con eleganza, avete trovato pane per i vostri denti. A Crotone niente letteratura, niente eloquenza, niente morigeratezza, perché la cittadinanza si divide in due categorie: gli imbroglioni ed i fessi”.

(Satyricon-CXVI/CXVII)