Crotone,
Tempo di lettura: 2m 43s

Architetti: “Il nuovo Codice degli Appalti rischia di farci tornare indietro di trent’anni”

“Il nuovo Codice degli Appalti” in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante Delega al Governo in materia di contratti pubblici, rischia di farci tornare indietro di trent’anni.

E’ questo l’appello degli Architetti Italiani, i quali stanno già lavorando all’interno del Coordinamento Interregionale del Sud per gli opportuni emendamenti da presentare al Governo.

Nel merito, possiamo affermare che dalla bozza del testo visionata emerge la scomparsa la centralità del progetto nei processi di trasformazione del territorio, vengono fortemente ridimensionati gli  strumenti indispensabili per promuovere la qualità del progetto, come i concorsi di progettazione; sono calpestati i diritti dei liberi professionisti; chiuso il mercato dei lavori pubblici alle strutture professionali medio piccole e ai professionisti di talento; rilanciate in compenso procedure stantie, come l’appalto integrato, che relegano il progetto a un ruolo del tutto marginale nell’esecuzione delle opere pubbliche.

Sono queste le novità che fanno arrabbiare gli architetti, che contestano pesantemente la bozza del nuovo Codice, all’esame del ministro Salvini, redatta da una commissione, appositamente istituita al Consiglio di Stato dal precedente Governo Draghi.

“E’ il peggiore provvedimento in materia di lavori pubblici degli ultimi trent’anni, un provvedimento che rischia di riportarci all’epoca pre-Merloni nel 1994.

La bozza del nuovo Codice cancella, infatti, tutte le conquiste faticosamente raggiunte nel tempo dal Consiglio Nazionale degli Architetti e dalla Rete delle Professioni Tecniche, per rilanciare la centralità del progetto (di qualità), aprire il mercato dei lavori pubblici ai “cervelli” e non ai “fatturati” e scrivere regole chiare e trasparenti per calcolare l’importo dei corrispettivi spettanti ai liberi professionisti,  al fine di scongiurare  fatti eclatanti che,  nel recente passato, hanno mortificato la dignità dei progettisti e la qualità delle prestazioni professionali come, ad esempio,  il caso dell’affidamento a Catanzaro di un Piano Regolatore a fronte di un compenso simbolico di un euro. Condividiamo l’idea di semplificare le procedure per accelerare l’esecuzione dei lavori pubblici ma siamo ben consapevoli che senza un progetto di qualità continueremo a registrare varianti correttive in corso d’opera, contenziosi e incompiute. Confidiamo adesso nel ministro Salvini – conclude La Mendola – affinché il testo del nuovo Codice non sia fondato su una semplificazione miope, destinata al fallimento, ma punti, al contrario, a una semplificazione delle procedure supportata e garantita dalla qualità del progetto che rimane, a nostro avviso, il pilastro principale su cui fondare la riforma.”

Il 10 e 11 Dicembre, in occasione della 2^ edizione della Festa dell’Architettura e dell’Arte, organizzata dall’Ordine degli Architetti di Crotone, sarà affrontato il tema con una rappresentanza del Consiglio Nazionale degli Architetti, i Presidenti del Coordinamento degli Ordini degli Architetti PPC del Sud, alla Presenza del Coordinatore Arch. Raffele Cecoro, Ordine di Caserta, con il già Vicepresidente del consiglio superiore dei lavori pubblici Arch. Rino Lamendola, Ordine di Agrigento, con altri Presidenti del Coordinamento e con i Presidenti degli Ordini Calabresi.