Crotone,
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Processo Insula, altri colpi messi a segno dalla difesa di Carolina Girasole

Una udienza del processo Insula

foto: CrotoneNews

Dopo tre rinvii si è celebrata oggi, presso la Corte d’Appello di Catanzaro, una delle ultime udienze del processo d’appello denominato Insula.

Tra gli imputati l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, e il marito Francesco Pugliese, entrambi assolti da tutte le accuse in primo grado dal Tribunale di Crotone per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste. All’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto viene contestato di essere stata eletta con i voti della famiglia Arena e di averla favorita nella raccolta di un campo di finocchi su un terreno confiscato. Quel terreno ancora oggi è gestito dalla cooperativa Terre Joniche – Libera terra, grazie proprio ai provvedimenti assunti all’epoca dalla Giunta Girasole

Questa mattina ha deposto un perito nominato dal Tribunale che ha esaminato alcune intercettazioni telefoniche in carcere tra il boss Nicola Arena e suo figlio.

Nel processo, infatti, sono imputati anche Nicola Arena (mentre il figlio Massimo nel frattempo è deceduto), Antonio De Meco e Antonio Guarino, tutti condannati per turbativa d’asta in primo grado ad una pena di tre anni e sei mesi di reclusione.

Il perito, su richiesta della pubblica accusa, rappresentata dal pm Salvatore Curcio ha esaminato alcune conversazioni del gennaio 2015 dalle quali secondo l’accusa sarebbe emerso il nome dell’ex vicesindaco Anselmo Rizzo, che da lì a breve avrebbe dovuto testimoniare al processo di primo grado. Secondo il perito, però, il nome di Rizzo non compare mai e non ci sono elementi per poter fornire un resoconto chiaro e netto della conversazione con nomi e circostanze.

Sempre il pm Curcio aveva chiesto di acquisire al processo il decreto di incandidabilità per Carolina Girasole (sul quale penda un ricorso in Cassazione). Richiesta che il Tribunale ha rigettato.

Infine una vicenda già dibattuta in primo grado e che ha segnato un altro punto a favore della difesa di Carolina Girasole e Francesco Pugliese, rappresentata dagli avvocati Marcello e Mario Bombardiere.

Riguarda il “famoso” ritrovamento di alcuni proiettili nella cassaforte del Comune da parte del dipendete Pasquale Arena, fratello di Carmine ucciso il 2 ottobre del 2004 con un bazooka.

L’accusa aveva prodotto il provvedimento adottato da Carolina Girasole contro Pasquale Arena, adducendo, però, che il sindaco sapeva del ritrovamento dei proiettili, ma non aveva proceduto a denunciare il dipendente. Gli avvocati Marcello e Mario Bombardiere , invece, hanno prodotto questa mattina la copia della denuncia che lo stesso Pasquale Arena presentò ai carabinieri di Isola Capo Rizzuto, consegnando ai militari dell’Arma i proiettili ritrovati nella cassaforte.

La prossima udienza è fissata per il 10 dicembre prossimo per la discussione e le richieste dell’accusa.