Basta poco per innescare un incendio, una piccola scintilla. Ed è esattamente quello che è accaduto questa mattina con il popolo crotonese letteralmente infuriato con il vicepresidente della Giunta regionale Nino Spirlì.
La scintilla che ha fatto divampare l’incendio sotto forma di vera e propria rivolta social è una intervista di Spirlì alla Gazzetta del Sud, nella quale l’esponente della Lega parla di come far ripartire la Calabria nella cosiddetta Fase 2 del coronavirus (Covid-19).
“Viaggio alla riscoperta del grande patrimonio culturale regionale” è il titolo dell’articolo, mentre il catenaccio è: “L’esponente istituzionale disegna possibili scenari alla ripartenza”. Una intervista in cui Spirlì cita numerosi luoghi e città della Calabria ricchi di storia, archeologia e di grande interesse culturale. Passa da tutto il Cosentino per “la Sila, l’Aspromonte, le Serre, il Pollino” per continuare con “Reggio, Sibari, Locri“.
Apriti cielo, sui social sta scoppiando la fine del mondo con centinaia di messaggi dei crotonesi che si sentono offesi ed esclusi dalle dichiarazioni del vicepresidente della Giunta regionale.
Non una parola, non un semplice cenno al patrimonio di Kroton, quella che fu ribattezzata la capitale della Magna Grecia. E da qui “l’insurrezione” crotoniate verso l’esponente della Lega. Tra i vari motivi che sono individuati dai “rivoltosi” social contro Spirlì c’è la “sistematica volontà di tenere fuori da tutto come al solito la zona del Crotonese“. Il tutto condito anche dalla incapacità atavica dei politici crotonesi nel non difendere adeguatamente il territorio che li ha eletti.