Ha riabbracciato il suo bambino nel Cara di Isola Capo Rizzuto dopo averlo dovuto lasciare cinque mesi fa in Libia. E lui ha riabbracciato la mamma e la sorellina gemella. La storia la racconta la Croce Rossa di Crotone che all’interno del Cara di Isola Capo Rizzuto non solo ha raccolto il racconto di una giovane donna ivoriana, ma ha anche contribuito a farli riabbracciare e a ricongiungersi. La famiglia ivoriana era arrivata in Libia con la speranza di raggiungere l’Europa per dare un futuro migliore ai propri figli e scappare da guerra e fame. Dopo un primo periodo trascorso in Libia, la donna ha perso il marito.
Hanno raccontato per un incidente sul lavoro, ma la verità sarebbe molto più cruda, ovvero sarebbe stato ucciso sotto gli occhi della moglie. Così, nonostante quello che aveva in cuore e il mare che la terrorizzava, la donna decise di imbarcarsi anche su suggerimento del figlioletto di 6 anni che è rimasto in Libia insieme ad una zia, con la promessa che un giorno si sarebbero ricongiunti.
Dopo cinque mesi, però, il piccolo è scappato dalla custodia della zia ed è riuscito ad intrufolarsi su una imbarcazione poi soccorsa dalla Ocean Viking. A bordo il bambino è stato notato da una donna ivoriana (quella che nel video è vestita di bianco ed è la mamma della neonata) che lo ha protetto e ha badato a lui anche in quarantena.
Il piccolo è arrivato, dunque, a Porto Empedocle con la nave Ocean Viking e, come detto, è rimasto in quarantena sulla nave Moby Zaza. Quando la Croce Rossa di Crotone ha saputo che su quella nave c’era il figlio della donna ivoriana ha organizzato una video chiamata con il personale di bordo e i due si sono rivisti. Poi, ieri pomeriggio, all’arrivo dei bus di migranti al Cara di Isola Capo Rizzuto, l’abbraccio infinto e le lacrime della mamma e dei due gemellini. Ma le lacrime sono scese anche a tutto il personale del Cara che ha assistito alla scena.