Custodia cautelare in carcere per il dg di una società che ha firmato da poco il contratto di sponsorizzazione con il Crotone calcio
Ci sono anche due crotonesi tra le 41 persone arrestate questa mattina nell’operazione “Gamblin” della Dda di Reggio Calabria. Beni sequestrati per un valore di 2 miliardi di euro, alcuni dei quali a Crotone.
Gli arresati crotonesi sono, Antonio Pantisano Trusciglio classe 1979, destinatario di una misura cautelare in carcere, e Paolo Sciumbata classe 1970, ai domiciliari. Proprio nei giorni scorsi Antonio Pantisano, in qualità di direttore generale di una società, aveva firmato un contratto di sponsorizzazione con il Crotone calcio. A Crotone i provvedimenti sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza.
Queste le società e i punti vendita sottoposti a sequestro preventivo riconducibili, secondo gli inquirenti, a Pantisano
FAST RUN LIMITED, con sede legale a Malta in Suite 3, 64/1, Agiton Building, St. Antohny Street, San Gwann – Malta, rappresentata da PANTISANO TRUSCIGLIO Antonio.
D. I. PANTISANO TRUSCIGLIO Antonio, con domicilio fiscale in Crotone alla via Cile n. 4 e luogo di esercizio in via Pignataro n. 4;
CONSULTING BET S. r. l., con sede legale e luogo di esercizio in Crotone, via
Tommaso Campanella n. 16;
PLATINO STORE S. r. l., con sede legale e luogo di esercizio in Crotone, via
Tommaso Campanella n. 16.
L’operazione della Dda di Reggio Calabria ha riguardata giochi e scommesse on line controllati dalla ‘ndrangheta, per ripulire enormi somme di denaro sporco ed evadere il fisco italiano. Tra i beni sequestrati per oltre due miliardi di euro ci sono: 82 siti di scommesse online, 11 società estere e 45 italiane di giochi e scommesse, 1500 punti commerciali per la raccolta di giocate tra Malta, Austria, Romania, Spagna e naturalmente Italia. Dietro l’intera operazione ci sarebbe Mario Gennaro, definito dagli inquirenti strumento e garante dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nel settore. Dopo aver creato il brand “Betuniq” con sede a Malta, Gennaro avrebbe aperto o iniziato a controllare agenzie e punti commerciali in ogni regione, sfruttando contatti con la malavita organizzata locale cui veniva affidata la gestione diretta o indiretta di queste attività. Uno degli obiettivi futuri del gruppo pare fosse partecipare al bando per le concessioni di Stato del 2016.
“Il gioco online è certamente il meccanismo privilegiato dalla ‘ndrangheta per riciclare i proventi della droga”. A dirlo è stato il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. A Roberti ha fatto eco il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, che ha messo in evidenza come ai sequestri di droga non faccia seguito l’individuazione del denaro proveniente dal traffico. “Quei soldi – ha detto – non li vediamo. Dove vanno?. E’ probabile finiscano anche nel gioco online”.