Riceviamo e pubblichiamo:
“Salve direttore, scrivo perché sono circa tre anni che ho protocollato presso l’Azienda ospedaliera provinciale di Crotone una richiesta di avvicinamento in base alla Legge 104 del 1992 che prevede il diritto di scegliere la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio per i dipendenti di familiari di disabili in situazione di gravità che prestano assistenza al congiunto.
Sono un operatore socio sanitario dipendente “ad personam” del Comune di Parma. Da dicembre 2018 sono in congedo parentale per poter ritornare a Crotone e assistere mio fratello. Mio fratello è Francesco ha 34, ne aveva 31 quando la sua vita da ragazzo sportivo e pieno di vitalità diventa un calvario. Viene colpito improvvisamente da più di dieci arresti cardiaci che lo costringono al coma. Dal suo risveglio Francesco è costretto su una carrozzina a causa del danno cerebrale.
La mia rabbia è tanta perché, nonostante le continue richieste che faccio, nessuno si è mai degnato di rispondermi, In fondo sto chiedendo solo un mio diritto per stare al fianco di mio fratello e poterlo assistere nel migliore dei modi. A dicembre di quest’anno mi scade il congedo e io dovrò riprendere servizio a Parma. La mia famiglia non sa come deve fare perché l’unico che può assistere mio fratello sono io. Anche perché i miei genitori sono anziani e anche loro con delle patologie. Chiedo il vostro intervento affinché tutti vedano ciò che sta accadendo.
Grazie”.
Paolo Proietto