Non è stata una domenica normale, l’ultimo giorno di maggio di questo 2020 che ha coinciso anche con la ricorrenza religiosa della Pentecoste. Una domenica nella quale, per volontà dell’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Angelo Panzetta, il “Quadricello” della Madonna di Capocolonna è stato portato in processione per le vie della città.
Un modo per restituire in qualche modo ai crotonesi, devotissimi della Madonna di Capocolonna, quella processione che si sarebbe dovuta tenere la notte del 17 maggio ed è stata annullata per via del Covid-19.
Una idea magnifica per quanti aspettavano per strada e sui balconi la sacra effigie per poter rivolgerle una supplica, una preghiera. E come si conviene quasi ogni anno, un pizzico di pioggia ha accompagnato quasi tutta la processione.
Quello che sicuramente non ci aspettava è che ad accompagnare il “Quadricello” nel popoloso quartiere di Tufolo-Farina ci fossero anche i cumuli di spazzatura. Uno spettacolo indegno, indecoroso, vergognoso. Non solo per la processione, intendiamoci, ma anche per chi in quella zona ci vive e paga le tasse come il resto dei cittadini crotonesi.
Ricordo che un tempo, quando arrivavano personalità di un certo calibro, oppure il Giro d’Italia di ciclismo e altre manifestazioni venivano ripulite le strade, bitumate e aggiustate le buche. Ieri nemmeno questa presa in giro. Nemmeno il buon senso di domandarsi “andiamo a vedere in che condizioni è il percorso che farà la processione”. No, nemmeno quello.
Ho ancora nella testa un comunicato stampa dello scorso anno quando si diceva che “Noi di Akrea festeggiamo la Madonna di Capocolonna lavorando”, come se fosse chissà quale grande sforzo immane e non la norma. E solo perché, come è sempre avvenuto nella storia di questa città, si stava ripulendo la strada in cui c’era stata la Fiera. E intendiamoci, a nostro avviso nessuna responsabilità è da imputare al nuovo presidente che si è insediato solo da una settimana.
C’era un grande pensatore che diceva: “Per provare vergogna occorre che si abbia una coscienza“.