Riceviamo e pubblichiamo
“La chiamano bonifica, riqualificazione ambientale, passeggiata archeologica, un modello da seguire nel resto d’Europa, in realtà sarà una grossa fregatura per i crotonesi. L’ultima in ordine di tempo, ma questa volta sarà quella definitiva, la botta finale dalla quale non ci riprenderemo più.
Una fregatura ben orchestrata da Syndial (gruppo ENI SpA), condivisa dalla Regione Calabria e dall’assessore all’ambiente regionale Antonella Rizzo. Il sindaco Pugliese ancora non si è espresso, almeno pubblicamente e per adesso lo lasciamo stare, anche se il suo ruolo e quello della sua amministrazione sarà decisivo.
Pensavo che di peggio non si potesse prospettare, ma Syndial si ripresenta di nuovo con lo stesso progetto che gli è stato bocciato nel 2014 dalla Provincia di Crotone e dal sindaco Peppino Vallone, che certo non sarà ricordato come un fervente ambientalista, perché il progetto operativo della finta bonifica dei siti industriali (POB), è stato approvato senza alcuna resistenza dalla sua amministrazione.
Il nodo cruciale delle bonifiche crotonesi è rappresentato dal sito dell’ex Pertusola Sud, che con i suoi 47 ettari è forse il sito più contaminato d’Europa, per quanto riguarda i metalli pesanti. Cadmio (420.000 kg), arsenico (250.000 kg) e piombo (4.200.000 kg), in quantità da far rabbrividire siti come Porto Marghera o Taranto. Il quartiere Fondo Gesù, posso assicurarvi che non è stato da meno del tristemente famoso quartiere Tamburi di Taranto, in termini di “morti bianche”. Quale bonifica propone Syndial per Pertusola? Fino a qualche mese fa avrei detto una finta messa in sicurezza permanente, ma oggi non posso dirlo più, perché sul sito di Pertusola, a parte pochi ettari sui quali continueranno a fare la fitorimediazione (con tempi di 4.000 anni), sul resto realizzeranno due confinamenti di rifiuti. Detta così, sembrerebbe poco preoccupante, in realtà faranno due discariche per rifiuti pericolosi. Una di circa 100.000 mq, alta quasi 10 metri, un’altra poco più piccola, ma solo per estensione. A un incontro in Regione, la Rizzo, Oliverio e Pugliese convenivano su tre punti: zero discariche, bonifica in sicurezza e inertizzazione dei rifiuti.
Che una bonifica sia fatta in sicurezza è il minimo che si possa fare, ma “zero discariche” è una bugia colossale, perché nel progetto è l’unica cosa chiara: ”Nella presente sezione viene trattata la realizzazione e la gestione della discarica a servizio della bonifica (impianto di confinamento) da realizzarsi nel sito ex Pertusola…..”. Sono discariche oppure no Assessore Rizzo? Perché non usa anche lei gli stessi termini, dal momento che i requisiti richiesti per questi impianti, dovranno essere conformi al d.lgs. n. 36 del 2003, per le discariche di rifiuti speciali pericolosi?
E il guaio è che non inertizzeranno nemmeno i rifiuti pericolosi, perché li confineranno tal quali nelle discariche. Insomma due punti su tre decisi nel primo incontro sono già saltati.
Tutti i veleni di Pertusola, ad eccezione dello smantellamento della vasca ferriti di zinco (74.800 mc) e della zona gessi (34.000 mc) e altri 6.000 mc nella zona centrale del sito, non li toglieranno mai. Anche le due discariche saranno realizzate in elevazione, proprio per non aumentare i volumi da trattare, perché come si scava in Pertusola dovrà essere tutto rimosso in discarica. E Syndial si guarda bene dal toccarli. Con quale faccia tosta si ha il coraggio di definire questa finta bonifica, un modello da seguire? Un buon amministratore, tanto per cominciare dovrebbe pretendere un documento di analisi di rischio sito-specifica elaborato da tecnici indipendenti. E solo dopo aver definito gli obiettivi di bonifica, scegliere le tecniche idonee per conseguirli. Non è ammissibile che Syndial faccia un’analisi di rischio e definisce ad esempio per il cadmio 15 mg/kg, come concentrazione soglia di rischio, e poi ne lascia sul sito mediamente 250 mg/kg.
Al Ministero dell’Ambiente usano due pesi e due misure: dipende se le bonifiche sono fatte con soldi pubblici o se deve farle un privato come ENI. Nel caso della multinazionale s’inventano le bonifiche green, nel senso che per non spostare o bonificare i veleni, li lasciano sul sito. Nel caso dell’area archeologica “Antica Kroton”, con finanziamenti pubblici stanno bonificando suoli non contaminati. Un paradosso! Esattamente come gli assessori regionali all’ambiente, che per la seconda volta sono nostri concittadini. Questa volta la nostra concittadina, non solo non ha modificato il progetto originale della finta bonifica, proposta nel 2008 da Syndial, ma addirittura sta provando a peggiorarla, con le due discariche per rifiuti pericolosi.
Comunque il sottoscritto è disponibile a un incontro pubblico, oltre che con l’assessore Rizzo, anche con i tecnici di Syndial e con quelli della Regione Calabria; ma figuriamoci, questi non hanno nemmeno il coraggio di rispondere alle osservazioni tecniche che in questi anni ho sollevato, anche in audizioni nelle Commissioni Ambiente e Sanità della Regione.
E’ nato un comitato spontaneo di cittadini dal nome efficace: “Le Colline dei Veleni”, per cercare di rispedire al mittente questa proposta irricevibile per tutti i crotonesi. Abbiamo una pagina fb e chiunque può farne parte, perché i veleni che lasceranno sui siti industriali li condivideremo tutti. Ovviamente se la Rizzo e La Regione Calabria o il Comune di Crotone, dovessero firmare il progetto delle discariche per rifiuti pericolosi, agiremo in tutti i modi possibili, perché nel progetto molte cose non sono chiare.
Mi piacerebbe, però, che il prossimo assessore regionale all’ambiente fosse della Lega Nord, che farebbe meno danni. Coraggio Presidente, cambiamo?
Vincenzo Voce