C’è anche l’agriturismo Giglio di Capocolonna tra i beni confiscati questa mattina nel corso di un’operazione condotta in Calabria, Emilia Romagna e Veneto, dai carabinieri del Comando provinciale di Modena e dai finanzieri del Comando provinciale di Cremona. L’agriturismo, del valore di diversi milioni di euro, è gestito da Francesco Giglio, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, padre di Giuseppe Giglio, detto “Pino”, attualmente detenuto e sottoposto al 41 bis (regime di carcere duro). Le forze dell’rodine hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare e ad un decreto di sequestro preventivo, emessi dal Gip del Tribunale di Bologna su richiesta della locale Dda, nei confronti di 6 indagati (cinque già in carcere) e di altrettante società di capitali. I fanno parte di un nuovo filone di indagine nell’ambito della mega operazione Aemilia contro la ‘ndrangheta cutrese con ramificazioni al Nord. L’operazione di oggi scaturisce da alcune investigazioni nei confronti di Giuseppe Giglio e dei fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli, già arrestati e imputati nel processo Aemilia perché ritenuti esponenti del clan di ‘ndrangheta.
In particolare, secondo la ricostruzione dei magistrati della Dda, gli indagati avrebbero tentato di mettere al sicuro i loro patrimoni (di provenienza illecita secondo gli investigatori) attraverso trasferimenti fraudolenti di beni mobili ed immobili, mezzi e quote societarie, intestandole a prestanome, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’attività della cosca di ‘ndrangheta.
I magistrati avrebbero individuato anche il ruolo di compiacenti professionisti, tra cui Donato Agostino Clausi commercialista crotonese, già in manette nel gennaio 2015 e destinatario di un nuovo provvedimento cautelare. Tra i beni sequestrati anche società con sede nelle Province di Crotone, Parma, Vicenza e Verona.
Crotone,
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‘Ndrangheta, sequestrato l’agriturismo Giglio
