Crotone,
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Lino Banfi (Oronzo Canà): “Il Crotone si salverà: meglio Aristoteles che Crisantemi”

Il Crotone si salverà, meglio Aristoteles che Crisantemi, parola di Lino Banfi, o meglio di Oronzo Canà.

Dopo l’acquisto da parte del Crotone del forte centrocampista venezuelano Aristoteles Romero, il web si è scatenato, ingorando però due cose: la prima che Aristoteles è il nome e non il cognome; la seconda che quel nome il padre lo scelse perché appassionato di filosofia. Anche la Gazzetta dello Sport di oggi dedica, tra il serio ed il faceto, tutto il piede di pagina 14 con due articoli al neo acquisto rossoblù. Nel primo articolo Adriano Seu racconta la storia di Aristoteles Romero dal baseball al calcio e le sue qualità e doti atletiche, nel secono c’è una breve intervista di Maurizio Nicita a Lino Banfi, nei panni più o meno di Oronzo Canà, il vulcanico allenatore della Longobarda del fortunato film anni Ottanta (sembra tra l’altro ispirato al compianto allenatore leccese Oronzo Pugliese che sedette anche sulla panchina del Crotone). Un Lino Banfi, oppure Oronzo Canà, che sostiene il Crotone perché uomo del Sud.

Ecco l’intervista della Gazzetta dello Sport

“Signor Banfi, pardon Oronzo Canà: il «suo» Aristoteles è stato ingaggiato dal Crotone. «E sono convinto che la squadra calabrese dopo il miracolo della stagione scorsa, quando si salvò all’ultima giornata come la mia Longobarda, ce la farà anche stavolta. Però saranno fondamentali due cose: che l’allenatore Nicola, come facevo io, canti la ninna nanna ad Aristoteles, per evitargli la nostalgia per il Sudamerica e che il club non gli compri anche Fulgenzio Crisantemi, che quello porta assai male. E poi sono legato a Crotone». Come mai questo legame? «Perché sono di “Bolzeno” e tifo per le squadre del Sud. Lì andavo con l’Avanspettacolo. E quando mi urlavano “Vieni avanti cretino” per me era “Vieni  avanti Crotone”… Mi sentivo un cretino più grosso».  Banfi lei è tifoso della Roma: le piace la squadra allenata da Di Francesco? «Romanista è una fede, dunque si soffre, ma si tifa per la squadraesono convinto che alla fine saremo sempre nelle prime quattro della classifica, specie con l’arrivo di Schick». Servirebbe l’allegria di Oronzo Canà al calcio nostrano? «Sicuro. C’è troppa seriosità. Mentre sarebbe bello sentire più allegria e gioia, sul campo come sugli spalti. Più senso dell’ironia, magari con qualche bello striscione scherzoso su Aristoteles. Invece vedo allenatori ingessatiosempre troppo incazzati. E sorridete ogni tanto che poi state meglio: fate un mestiere così bello!». L’importante è non farsi prendere per un c…”