Ore 22:22 del 29 aprile 2016, il delirio si impossessa di Crotone e dei crotonesi, quelli in città e quelli sparsi per il mondo. E non solo dei crotonesi, ma anche dei suoi simpatizzanti, amici ecc. Il Crotone è in Serie A, per la prima volta in 93 anni di storia calcistica. Una emozione infinita, una storia fantastica, un bagno di folla in lacrime, ma questa volta lacrime di gioia. Rinvio di Cordaz, l’arbitro Pinzani fischia la fine, e al Braglia di Modena e a piazzale Ultras di Crotone si scatena la festa. Incontenibile, immensa. Un momento, un giorno che ognuno ricorderà per tutta la vita. Una di quelle gioie collettive che ti fa abbracciare la prima persona che ti trovi di fianco, un perfetto sconosciuto, ma che in quel momento senti come un fratello, più di un fratello. Non è un sogno, non è una fiaba, è la realtà. Non state sognando ad occhi aperti, gli occhi sono aperti perché siete svegli e state vivendo una delle cose più belle della vita: la gioia di sentirsi parte di una comunità in festa, sorridente che vorrebbe che quest’attimo durasse in eterno. La voce di Antonio Nucera di Sky e quella di Francesco Repice di Radio Rai (non a caso due calabresi) scandiscono l’incredibile impresa del Crotone dei fratelli Vrenna, di Gualtieri, di Marino, di Ursino, di Juric, di fantastici calciatori, di tutto lo staff, di tutti gli addetti. Il piccolo Crotone ha scalato le montagne e abbattuto i ciclopi.
Non una vittoria di calcio fine a se stessa, ma la rivincita di un intero popolo che non riesce a trovare il sorriso da decenni. I cuori battono forti, gli occhi sono lucidi, le mani nei capelli perché sembra davvero impossibile che sia accaduto. No, non è possibile che il Crotone sia in Serie A. Non era nemmeno lontanamente immaginabile, per chi per tutta l’infanzia ha fantasticato addirittura sul Crotone in Serie C, guardando e scambiando le figurine Panini. E invece è tornata la Serie C, è arrivata la storia con la Serie B, ci si è abituati a stare nel calcio bello, quello dei ragazzi bravi e del calcio che diverte. E poi…E poi è successo. Quante emozioni, quante coincidenze. Il Crotone di Cuccureddu arriva per la prima volta in Serie B il 30 aprile del 2000, anno bisestile, anno giubilare straordinario. Il Crotone di Ivan Juric arriva in Serie A il 29 aprile del 2016, anno bisestile, anno giubilare straordinario. È stata una cavalcata fantastica e che ancora non è finita. Ogni sera è una festa in città e lo sarà per tutta l’estate. In qualsiasi locale starete sorseggiando una birra o un cocktail e sentirete le note di Rino Gaetano, in quel locale ci saranno crotonesi che canteranno e alzeranno al cielo le loro sciarpe, i loro vessilli, tutti colorati di rosso e di blu. Perché questa vittoria ce la porteremo dentro per tutta la vita, perché di questa vittoria ne saremo fieri per sempre. Perché questa vittoria ha unito un popolo che non riesce a condividere quasi nulla. Un sogno, un desiderio, una verità. E allora guardatevi intorno e non abbiate paura di mostrare le vostre lacrime, saranno le più belle, dolci e colorate che trasmetterete ai vostri figli, ai vostri nipoti. Piangete, piangete di gioia perché questa terra ha pianto fin troppo di dolore. Ritrovate l’unità di un tempo, combattete tutti per la vostra terra, perché il benessere sia per tutti e non per pochi. Pretende una città bella, pulita, ricca di servizi per i bambini e per gli anziani, Pretende una città di Serie A, aiutate a trasformare questo luogo bellissimo in una perla di Serie A, perché voi dovete essere cittadini di Serie A.
“Se mai qualcuno capirà, sarà senz’altro un altro come me”