Lo scrittore, sceneggiatore e poeta bolognese si immerge in una nuova avventura portando l’horror nel racconto di genere
L’autore di vari romanzi e antologie di racconti di successo, tra i quali Bar Sport, La compagnia dei celestini, Margherita Dolcevita e Pane e tempesta, tradotti in più di 30 lingue, torna al grande pubblico con un libro poliedrico, tagliente, e lo fa attingendo al grottesco, al comico, tastando l’angoscia e le paure che noi stessi abbiamo creato nella nostra società. L’opera è composta da 25 racconti che racchiudono una moltitudine di sottogeneri e di storie diverse tra loro, spaziando tra il tragico e il divertente e che hanno come unico filo conduttore l’horror.
Un viaggio stravagante e piacevole, reso scorrevole dalla facilità di lettura e lo stile che l’autore bolognese sa regalare con grande maestria. I “mostri” sono gli straordinari protagonisti dei racconti: una Madonna che invece di versare lacrime e sangue sorride, quasi contenta di apparire alla gente; un manager che vuole rinnovare il museo egizio introducendo innovazioni elettroniche e provocando le ire di una bizzarra e astiosa mummia; l’Uomo dei Quadri, un omaggio alla figura dello scrittore Edgar Allan Poe, maestro indiscusso dell’orrore d’altri tempi; una fiaba di Hansel e Gretel rivisitata in chiave contemporanea; varie soluzioni di misteriosi delitti; e così via, in un succedersi di situazioni stravaganti e paurose.
Un libro che si apre attraverso i suoi racconti al genere horror e dove l’ironia di Stefano Benni propone “mostri” che si tingono di grottesco e cedono il passo più alla sorpresa che alla paura.
Stefano Benni – Cari mostri
(Feltrinelli) 2015