Quella che abbiamo vissuto a Steccato di Cutro è stato un momento semplice, ma toccante e sentito, in cui abbiamo cercato di ricordare, chiamandoli per nome, i morti della Strage di Steccato di Cutro, a sei mesi esatti dalla strage. Donne, uomini, bambini, famiglie. Abbiamo ricordato le loro storie, grazie anche a chi ha raccolto l’invito di CrotoneNews, che non è stato rivolta in maniera formale a nessuno. Candele rosse per gli adulti, bianche per i più piccoli.
È venuto chi davvero voleva esserci.
Molti non hanno potuto raggiungere la spiaggia, altri forse sono stati scoraggiati dall’orario, che per noi era l’unico possibile.
Ne è nata anche una proposta: realizzare proprio lì un monumento, un ricordo in quello che è diventato un vero e proprio luogo della memoria, un posto dove è stata scritta una pagina orribile del nostro Paese.
Nel pomeriggio insieme a Bruno Palermo, fondatore di questa testata e con il quale ho organizzato quel momento, e insieme all’attore e regista Francesco Pupa, ormai parte del nostro gruppetto, abbiamo raggiunto Bagnara Calabra per un incontro.
Proprio lì siamo stati ringraziati, non personalmente, ma come comunità. “Grazie a Crotone, a Cutro, alla loro gente per l’umanità dimostrata, per quello che continuate a fare”.
Tutti, indistintamente.
Una piccola riflessione però mi andava di farla.
Il Terzo settore crotonese è fatto di tante anime belle, persone che conosco da moltissimi anni e di cui riconosco l’impegno serio e costante. Persone che mettono altre persone – gli “ultimi” – al centro del loro agire e che, sicuramente, pensano e sognano un mondo giusto e senza conflitti, senza disuguaglianze, un luogo di pace. Sarà pure utopico, ma se nessuno lo sogna, nessuno mai riuscirà a realizzarlo, questo sogno.
Allo stesso tempo, con molta franchezza, spero che lo stesso Terzo settore in futuro metta da parte le “incomprensioni”, chiamiamole così. Perché non è bello, sempre a mio giudizio (per quel poco che può contare) auspicare un mondo di pace e farsi una guerra (fredda) in uno sputo di città con 60.000 abitanti.
Così come, con altrettanta franchezza, spero che il mondo cattolico tutto, oltre alla giusta preghiera, si faccia vedere e sentire di più, con altre azioni concrete, anche quelle che possono sembrare meramente simboliche. Nella consapevolezza che mai basteranno. Ora si, ma Labora… pure.