Sì gentile ministro Lollobrigida, io mi sento frustrato. E non sa quanto.
Mi sento talmente frustrato che non riesco ancora a capire se il mio sia un sentimento di rabbia o di rassegnazione, per questo ho aspettato un po’ prima di scrivere qualche riga dopo quello che ho ascoltato ieri sera. Ho visto il servizio andato in onda nel corso di Piazza Pulita su La7, realizzato dalla collega Roberta Benvenuto, con cui mi sono confrontato diverse volte durante la settimana. La sua risposta è in piena linea con quella del suo collega Piantedosi e del premier. Di Salvini conosciamo già le performance.
La sera del naufragio, in quella conferenza stampa in Prefettura, c’era gente distrutta davvero per quello che aveva visto con i propri occhi, toccato con le mani. Come chi ha raccontato quella tragedia con i morti ancora sulla riva, sistemati negli enormi sacchi bianchi, occupati anche da corpicini piccoli piccoli. In quella spiaggia bella davvero, orgoglio dei cutresi emigrati che rientrano solo per le vacanze. L’orrore dei soccorsi, i cui rappresentanti erano proprio alle spalle del signor Piantedosi quella sera e che, ovviamente, non hanno potuto proferire parola. La frustrazione di chi dopo aver raccolto i primi dodici corpi ha alzato gli occhi in mare, vedendo una distesa di bambini che galleggiavano ed è crollato, perché tanti avevano l’età dei suoi di figli. Tanti morti di freddo.
Le casualità, poi, sono state davvero tante. Come la comunicazione, proprio il giorno prima del CdM a Cutro, della partenza immediata di tutte le salme presenti al Palamilone. Direzione Borgo Panigale. Subito. A bloccare tutto è stata la protesta dei familiari, che dopo il dolore bevuto hanno dovuto subire l’umiliazione di bloccare una strada, sdraiarsi a terra per vedere rispettato quell’impegno solenne che aveva preso, con loro e in prima persona, il Presidente della Repubblica.
Perché al Palamilone lo Stato c’è stato, il Governo no.
E avrebbe dovuto vedere, caro ministro Lollobrigida, quanta frustrazione c’era nel vedere che per qualcuno quei familiari e le bare nel Palamilone sembravano quasi un fastidio. Forse lo era anche KR46M0. Quel bambino di nemmeno un anno che non vi siete nemmeno degnati di andare a salutare. Non gli avete nemmeno portato un fiore. Perché nessuno glielo porterà, visto che non è stato “reclamato” da nessuno. Quasi certamente perché anche i genitori sono morti insieme a lui.
Quanta frustrazione, quanta. D’altronde, almeno io non sono mai andato al funerale di una persona che non consideravo.
E ancora quella splendida conferenza stampa, in cui forse abbiamo fatto saltare il copione, che vi ha visto ancora una volta discutibili, almeno dal punto di vista comunicativo. Perché, sempre secondo la mia personalissima impressione, arrivando impreparati fino a quel punto ci avete dimostrato quanto effettivamente quei “numeri” vi interessassero. Poco.
Adesso, io non capisco se quella che fate all’interno della vostra squadra di Governo sia una gara machista, nella quale siete impegnati a dimostrare chi la spara più atroce, o se avete bisogno di un corso di comunicazione emotiva. E non è una questione di fascisti o antifascisti, l’Italia è ancora un Paese democratico e se siete lì è perché i cittadini, il cui voto vale come il mio, vi hanno votati. E su questo chi oggi vi spara addosso politicamente dovrebbe interrogarsi.
Quello che so è che sono frustato, come tanti altri. Che faticano a prendere sonno perché hanno davanti quelle bare bianche, hanno nella testa le urla dei parenti nel Palamilone. Voi invece avete scelto di non vedere e non sentire.
Se fossi in voi almeno una domanda, almeno una, sul rispetto che avete avuto del dolore, me la farei.
Io sono frustato: dall’orrore che ho visto e da quello che ho sentito.