Il dimensionamento scolastico in Calabria e nella provincia di Crotone sarà una mannaia. Ne sono convinti molti docenti e dirigenti che parlano di rischio per la probabile perdita di otto autonomie scolastiche e senza un progetto chiaro. Nei giorni scorsi si era alzata forte la voce di dirigente e docenti del Liceo classico “Pitagora”, con una petizione on line di ex studenti ed ex docenti “Salviamo il Pitagora”. Questa volta a fare sentire la voce sono i docenti tutti dell’Istituto Pertini-Santoni con un comunicato.
“Esprimiamo la nostra perplessità per quello che sta succedendo circa il dimensionamento scolastico ed in particolare per il fatto che non sia stato convocato un tavolo sindacale. Sappiamo che i sindaci dei comuni e il presidente della Provincia, Sergio Ferrari, hanno avuto un incontro preliminare, ma nessuno si è preoccupato di sentire una delegazione dei docenti e i dirigenti scolastici che si fanno in quattro per gestire gli istituti, come nel caso del Pertini-Santoni, la cui dirigente, Anna Maria Maltese, è riuscita a creare, nonostante le difficoltà causate dal precedente accorpamento del 2012, una sinergia tra indirizzi molto diversi tra loro, offrendo – ad esempio – agli studenti l’opportunità di riorientare le scelte, modificando il percorso di studi all’interno dello stesso istituto, riuscendo così a fare già da diversi anni quello che oggi il governo ha legiferato tramite le figure di tutor ed orientatore. Senza contare che il Pertini-Santoni ha fornito un supporto alla popolazione con il Centro territoriale di supporto che è il vanto dell’istituto. Detto questo, dovremmo capire cosa vogliamo per le future generazioni, se accettare un programma di formazione culturale che continui a venire impoverito da dinamiche di tagli della spesa pubblica su un territorio già in difficoltà, oppure lottare affinché gli vengano garantiti tutti gli strumenti per poter diventare cittadini del futuro, liberi di sognare ancora. Dunque forse è il caso di andare oltre i numeri o meglio, forse è il caso di gestire gli istituti. Non possiamo accettare che le decisioni ci arrivino dall’alto senza poter esprimere un parere o dare una nostra idea in merito. Noi vogliamo vederci chiaro non per mancanza di fiducia nelle Istituzione ma per preservare i risultati del lavoro di anni fatto da docenti, personale tutto e dirigente”.