Ciao doc, che si dice in Geriatria? “Tutto vecchio” e giù sorrisi.
Le nostre conversazioni iniziavano sempre più o meno così. E così, sorridente e sagace voglio ricordarti oggi, nel giorno in cui abbandoni questa terra.
Piero Cotronei è stato uno di quei “migranti” che ha dato molto, tanto alla città di Crotone. Uomo, medico, politico, amico e intellettuale, oltre che onesto e disponibile. Doti rare da trovare tutte insieme. Ma a te non ne mancava nessuna.
Piero Cotronei aveva 72 anni, è deceduto questo pomeriggio, nell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, quell’ospedale che conosceva quasi meglio di casa sua. Medico, primario di Geriatria, sindacalista della Cigl, una vita passata nel Partito Comunista italiano fino alla trasformazione in Democratici di sinistra. Assessore alla Cultura e alla Sanità nella seconda sindacatura di Peppino Vallone, ma senza abbracciare mai quel Partito Democratico che non tanto digeriva.
Nel Pci è stato membro della direzione provinciale. Al di là degli aspetti politici, che pure sono stati fondamentali nella sua vita, Piero Cotronei è stato un punto di riferimento per tante persone che con lui hanno percorso strade difficili, ma costellate di giustizia sociale, uguaglianza e sostegno alle classi più disagiate.
Ci siamo conosciuti nell’aprile del 1989, quando io studente del “Donegani” stavo salendo sul bus che avrebbe portato tutti noi “Maturandi” da Crotone a Roma e poi con l’aereo in Polonia. Era la gita dell’ultimo anno, il “viaggio di istruzione”. Un omone con il sorriso che i folti baffi non riuscivano a nascondere.
Ci siamo fatti simpatia subito noi ragazzotti e tu medico e attivista politico. Eri con noi in quella “gita” per volontà dell’indimenticabile vice preside Pepè Repice che, da uomo navigato e scrupoloso qual era, pretendeva che tu accompagnassi insieme a lui i ragazzi del “Donegani” in gita all’estero. In fondo un medico era una garanzia per tutti. Ed è stato proprio in quella gita che noi “ragazzi del 1989” abbiamo potuto apprezzare la tua grande umanità, il tuo rapportarti alla pari con noi. E in quella gita abbiamo capito anche quanto fosse stretto il legame di amicizia che univa un reggino come te ad un tropeano come Pepè e che avevate Crotone in comune. Una Calabria bella fatta di uomini veri e persone perbene.
Da quel momento ci siamo persi per via della mia partenza per l’Università. Ci siamo ritrovati al ritorno e ti ho ritrovato ancora di più come uomo giusto, di grande cultura e di grande cuore. Ti sei messo ancora al servizio della comunità crotonese ricoprendo la carica di assessore alla Cultura e alla Sanità. E in quella occasione mi volesti al tuo fianco per un grande progetto su Rino Gaetano. Un progetto che avevamo messo nero su bianco, ma che purtroppo non riuscimmo a concretizzare e non per nostre responsabilità. Mi sembra ancora di sentire il tuo inconfondibile accento reggino che avevi conservato e che ti rendeva unico.
Se n’è andato una persona perbene, un fine uomo di cultura, un medico serio e disponibile. Caro Piero, anzi caro Doc, da oggi siamo tutti un po’ orfani di un osservatorio privilegiato.
Avanti popolo doc e grazie di tutto.