Tutti quelli che hanno studiato un po’ di storia contemporanea ricorderanno senza dubbio la serie dei durissimi trattati che le nazioni sconfitte nel corso della Prima Guerra Mondiale furono obbligate a firmare. Con il trattato di Saint Germain-en-Laye si mise definitivamente fine all’impero Austro-ungarico, il Trattato di Versailles, sottoposto ai Tedeschi per la firma il 7 maggio 1919, obbligava la Germania a cedere territori al Belgio alla Cecoslovacchia e alla Polonia, mentre l’Alsazia e la Lorena tornavano alla Francia.
Momenti cruciali della storia della nostra Europa, momenti in cui i protagonisti erano uomini di grandissima cultura, furbizia e lungimiranza, ma soprattutto un momento fondamentale per i popoli europei distrutti fisicamente e psicologicamente dalle guerra più atroce del ‘900.
In Calabria, invece, in una terra in cui il popolo è così provato fisicamente e psicologicamente da essere incapace di reagire, si prova a fare l’accordo della Sila. L’obiettivo è quello di mettere in atto la strategia in vista delle prossime politiche del 2018.
Sono rimasti seduti al tavolo di un ristorante di San Giovanni in Fiore fino a tarda notte lo scorso mercoledì il presidente della giunta regionale Mario Oliverio, il sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, e la consigliera regionale Flora Sculco. I dettagli dell’incontro non è dato conoscerli, né è verificata la presenza di Enzo Sculco, padre dell’unica consigliera regionale che Crotone esprime e leader del Movimento che ha mandato Pugliese alla guida della città.
Si prova a giocare a carte coperte, ma è evidente che la tattica, ormai è palese a tutti. Per gli Sculco l’unico obiettivo è mandare Flora in parlamento, per Oliverio non c’è alternativa al riscatto dalla serie di sconfitte subite dal Pd in Calabria nelle ultime tornate elettorali: nelle amministrative prima e al Referendum Costituzionale poi.
Dunque l’obiettivo è uno: vincere le elezioni, che potrebbero rappresentare sia per il Mario Oliverio che per Enzo Sculco, l’ultima chiamata alle armi. Una eventuale sconfitta potrebbe avere ripercussioni pesanti sul futuro politico di entrambi. Ecco perché il patto della Sila.
Il giornalista è lo storico del tempo ed è doveroso, in questo momento, mettere a posto i tasselli di quello che è davvero un unico puzzle.
Perché la crisi di maggioranza in seno al Consiglio comunale è solo un aspetto della problematica più grande delle elezioni 2018. I sei consiglieri dissidenti, stanchi dell’apatia che si registra nei corridoi di piazza della Resistenza, stanno solo prendendo la palla al balzo per girare il coltello in una piaga aperta ormai da oltre un anno. E chiedono il rimpasto di Giunta sia per soddisfare ambizioni personali sia per levarsi di torno scomodi avversari politici. Ma Sculco non ha alcun interessa a farsi altri nemici in vista proprio delle elezioni alle quali tiene di più e ha accettato la proposta del rimpasto, salvo rinviare il tutto a primavera. Ma i sei non ci stanno e continuano a manifestare malumore e insofferenza. In tutto questo il sindaco non si esprime. Nessun commento sulle dichiarazioni pubbliche dei Consiglieri della sua maggioranza, nessun commento sulle critiche all’operato suo e della sua Giunta. Un silenzio a tratti molto eloquente.
Altro aspetto da non sottovalutare in relazione all’accordo della Sila è quello relativo proprio a questa sfrenata ambizione di Flora e padre di entrare nel Partito Democratico. Quel Partito denigrato in ogni modo nel corso della campagna delle amministrative e anche dopo. Quel partito rappresentato proprio da Oliverio con il quale ci si appresta ad organizzare un grande evento pubblico per raccontare ai crotonesi cosa l’Amministrazione comunale ha fatto nel suo anno e mezzo di governo. Come se guardarsi attorno non fosse abbastanza. E invece si sorridono Oliverio e la Sculco e vanno a cena insieme all’aria fresca della Sila. Ma quello che bisogna anche considerare è cosa ne pensa dell’accordo della Sila la segreteria provinciale del Partito, ieri riunitasi in Commissione fino a tarda sera e domenica impegnata nel Congresso cittadino del Partito. E se da una parte Oliverio non risponde al telefono e Gino Murgi prende tempo, da via Panella l’unico ad intervenire è Manlio Caiazza, membro delle segreteria provinciale del partito, che tranquillizza gli elettori: «Le dichiarazioni che abbiamo sentito in questi giorni sono più le esternazioni di qualcuno che vorrebbe entrare nel partito piuttosto che di qualcuno che nel partito c’è già. Per noi non esiste nessun accordo, né formale né informale».