“Non ci sto”, lo ripete tre volte e con foga Emilio De Masi, leader del Movimento 139, forza di governo al Comune di Crotone, finito nel calderone dell’inchiesta “erga omnes” della Procura di Reggio Calabria sui rimborsi dei gruppi Consiliari della Regione. Teso, accorato, arrabbiato, commosso fino a piangere quando inizia a parlare della sua “prima interlocutrice estremamente severa: la mia coscienza”. De Masi è indagato per peculato in qualità di Capogruppo di Italia dei Valori (forza politica poi abbandonata) alla Regione Calabria e destinatario della misura preventiva del sequestro di beni liquidi per poco più di venti mila euro somma che, secondo l’ipotesi dei pm, sarebbe stata spesa in più di due anni, per fini non istituzionali, ma rendicontata come tale.
Accuse che l’ex vicepresidente della Provincia di Crotone respinge con fermezza nel corso di una accorata conferenza stampa alla quale hanno partecipato i componenti del Movimento 139, i collaboratori di De Masi, l’attuale vicesindaco della città Mario Megna, l’ex vicesindaco Teresa Cortese, l’assessore Emilio Candigliota e il capogruppo in Comune Nino Corigliano. Ma c’erano tra il pubblico anche tante persone che erano lì solo per stima e riconoscimento morale verso Emilio De Masi. “Oltre alla mia coscienza ho altri interlocutori severissimi e sono i miei figli. Posso tranquillamente guardarli negli occhi ed essere sereno perché sono sicuro dei miei comportamenti”.
Ha gli occhi gonfi l’ex consigliere regionale, e non solo perché spesso la commozione lo sorprende, ma anche perché “stanotte non ho dormito”. “Sono coinvolto in una vicenda che per risonanza mediatica e generalizzazione merita un risposta ferma e decisa. – ha detto De Masi – La reputazione di una persona non si butta a mare per vicende che per quanto mi riguarda presto saranno chiarite”. E intanto sul suo tavolo arrivano faldoni di documenti: “È solo una piccola parte di fatture, carte e pezze giustificative delle spese del gruppo finché io ne sono stato il responsabile. E non appena eletto in seno al gruppo Idv – cosa che ho detto anche al magistrato che mi ha interrogato un anno fa – ho convocato i miei colleghi e, nonostante non ci fosse nessuna imposizione, ho proposto e la cosa è stata approvata, di munirci di un autoregolamento proprio sulle spese istituzionali. Ancora prima del varo della legge del 2012. Tra l’altro l’enorme mole di lavoro del gruppo Idv fu elogiato da tutto il Consiglio regionale e anche da una certa parte di stampa che non era mai stata tenera nei nostri confronti”. “L’80% delle spese – dice De Masi – sono state per contratti con giovani professionisti. Abbiamo fatto lavorare persone che non ne avevano la possibilità e non lo abbiamo fatto paternalisticamente o per clientelismo, ma semplicemente perché ci servivano persone che ci aiutassero a mettere in campo tutto quel grande lavoro che abbiamo prodotto”. Poi De Masi si sofferma sulla sua passione politica, su come abbia “lasciato un lavoro (quello del ginecologo) che mi fruttava economicamente molto di più di quanto non abbia fatto la politica e di questo chiedo scusa ai miei figli, ma l’ho fatto solo per passione politica, cosa in cui ancora credo fermamente.”
Infine Emilio De Masi ha parlato dei tanti progetti di cui si è occupato sin da quando era alla Provincia: “Questa é una città nella quale l’agenda politica è scandita dalle cose che si é inventato il sottoscritto come l’Antica Kroton, di cui qualche politico che ancora oggi si riempie la bocca non sapeva nemmeno di cosa stessimo parlando; della metropolitana leggera; dell’Enoteca regionale che io ho voluto a Cirò e che qualcuno si è arrogato di spartirla in due con Lamezia e ora nemmeno si pronuncia più il mio nome quando si parla di questo. Bisogna voler bene alla propria città al proprio territorio per fare le cosa per bene”. “Stento a credere – ha concluso il leader del Movimento 139 – che chi conferisce questo tipo di impegno alle proprie cose possa essere distratto da altre cose. Chi fa le cose grandi non si appassiona alle miserie. Non mi interessano i soldi. Ho impiegato risorse delle mie tasche per organizzare attività istituzionale e che avrei potuto fare con soldi del Consiglio regionale. E non l’ho fatto e ora vengo tirato dentro una cosa assurda. – s’inalbera e alza i toni De Masi – Io sono una persona pulita, pulitissima”.
“In settimana andremo al Tribunale di Reggio Calabria con il mio avvocato pere presentare opposizione a questo decreto di sequestro. Vengo accusato di cosa? Di aver rendicontato spese per 20.000 euro in quasi tre anni da Capogruppo? A parte che non rientra proprio nella mia concezione morale e di vita una cosa del genere, ma lo dico con molta sincerità: da ginecologo venti mila euro li guadagnavo in un mese”.
Poi hanno parlato un po’ tutti i presenti alla conferenza stampa e ognuno ha parlato della statura morale di Emilio De Masi che non è e non è mai stata in discussione: “perché sappiamo bene cosa pensa e come si comporta Emilio” è stato ripetuto più volte.