La sua mamma non la conoscerà mai la piccola Maria. La sua mamma è morta poco dopo averla data alla luce, nel lungo viaggio di “migrante” che dalla Nigeria porta all’Europa. Solo cinque giorni le separavano dal suolo italiano, o magari da una nave su cui entrambe sarebbero state assistite al momento del parto. Pochi giorni che possono dividere la vita dalla morte, perché forse – se ci fosse stato un medico al suo fianco – la mamma di Maria non sarebbe morta su una spiaggia della Libia o su una barca lasciata in balia del mare. Così Maria in Italia c’è arrivata già orfana, sbarcata minuscola nel porto di Crotone ad appena cinque giorni di vita. Oggi, festa della mamma, di giorni Maria ne ha qualcuno in più. Per fortuna sta bene, piccolo ed enorme miracolo nella tragedia biblica che si sta consumando da qualche decennio sotto i nostri occhi anestetizzati. È in Neonatologia all’Ospedale di Crotone, coccolata da tutti in attesa delle procedure che accertino la paternità dell’uomo che afferma di essere suo padre. Lui va a trovarla tutti i giorni, e in tanti si augurano che sia davvero il pezzo mancante della famiglia, quello che potrebbe fra qualche anno, magari proprio nella festa della mamma, raccontarle la “sua” di mamma, spiegarle cos’è successo nel mese di maggio del 2017. Il mese di Maria, il mese delle mamme, di quelle tanto coraggiose e disperate da morire cercando un futuro migliore per se stesse e per i propri figli. Di quelle che non hanno paura di affrontare i mercanti di uomini, le polizie corrotte, le botte, le violenze, e neppure i Salvini o le Le Pen. O che probabilmente di paura ne hanno moltissima, ma la ricacciano indietro perché sanno che se non ci provano loro a salvarsi, non le salverà nessun altro.
Pensi Salvini, potrebbe essere proprio la piccola Maria (che naturalmente non si chiama così) ad insegnare all’Italia che la libertà si conquista, non si pietisce. Che per i i diritti si combatte, non ci si inginocchia. Che la sua violenza, il suo razzismo Salvini, sono valori così miserrimi che si combattono con l’amore di una sola mamma. Pensi se Maria, questo piccolo miracolo, diventasse il prossimo premio Nobel per aver scoperto la cura per il cancro. O il prossimo presidente del Consiglio italiano (paura eh?). Oppure una stella del balletto, una grande artista, una docente universitaria. O ancora una onesta e appassionata maestra elementare, badante o signora delle pulizie. Comunque la sua vita ha e avrà un valore più grande di quelle di molti di noi; il valore della speranza, della ricerca della libertà, dell’ottimismo, del coraggio, della voglia di vivere. Il valore che le ha dato la sua coraggiosa mamma.