Crotone,
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Referendum: a Crotone la disfatta del Si, ma nessuno si dimette

Facevano un po’ impressione l’uno e l’altro schieramento. Chi sosteneva il Si e che i sosteneva il NO al referendum che ieri ha sancito la vittoria di coloro che non vogliono cambiare la Costituzione e che volevano mandare a casa Renzi. Un po’ di impressione si prova sia a guardare gli schieramenti nazionali che locali. Vecchi riesumati dalla politica passati ora di qua ora di là, improbabili coalizioni di rampanti finti manager, assetati di politica che porta guadagni. L’elenco potrebbe proseguire all’infinito. Ora ha vinto il No e Renzi si dimette. Ma solo lui? Questo è un referendum che qualcuno, Renzi per primo, ha voluto trasformare in una battaglia politica, ma non era così. Eppure ci sono riusciti. E allora è diventata una elezione a chi voleva mandare a casa questo Governo (taluni perché sognano di prendere il posto del Matteo nazionale, tal’altri perché lo ritengono deleterio per il Paese) con accozzaglie dalla parte del Si ed egualmente dalla parte del No.
Il dato di Crotone città come va letto? Proviamoci.
Su 47.455 aventi diritto hanno votato a Crotone 24.350 persone, ovvero il 51.31%. Ha votato una persona su due o poco più. Chi ha vinto? Ha stravinto il NO con 17.412 voti, ovvero il 71.38% delle preferenze, contro 6.825 pari al 28.16%. Chi era per il Si? Arturo Crugliano Pantisano, ex segretario provinciale del Partito Democratico. Flora Sculco, consigliere regionale, plenipotenziaria del Comune di Crotone, sostenuta e guidata politicamente dal papà Enzo. Di conseguenza tutta la Giunta comunale di Ugo Pugliese. Gran parte del Partito Democratico della città. Sui sostenitori del NO a Crotone è meglio non addentrarci, altrimenti corriamo il rischio di chiamare una onoranza funebre per la riesumazione di cadaveri politici parlamentari. Ad ogni cambio di stagione te li ritrovi lì, ora dietro un leader nazionale in tv, ora a fare campagna elettorale per qualche parente di destra, salvo poi dire che è di sinistra. Cosa ha detto il voto crotonese? Che la Giunta Pugliese è bocciata; che il Partito Democratico di Crotone così com’è non esiste, che Flroa Sculco raccoglie più voti dove ha conoscenze il padre che lei. Potrebbe aver detto un’altra cosa. Potrebbe aver detto che era un voto libero. Libero dal giogo delle “minacce” di perdere il posto di lavoro; dall’offrire una fetta di mortadella a chi sta morendo di fame; dal promettere questo o quel posto per figli, nipoti e affini. Questa volta nessuno è stato “costretto” a fotografare la scheda votata e inviare il fotogramma al datore di lavoro. Insomma potrebbe essere stato un voto libero. E poi qualcuno si ostina a chiamarla democrazia. Quello del signor Renzi è il terzo governo guidato da persona non eletta. Monti prima, Letta poi e Renzi per ultimo. Nessuno di questi è passato dalle urne come candidato a leader di una coalizione che si presentava per governare il Paese. Sono stati tutti presidenti del Consiglio non eletti. Fosse accaduto in America Latina staremmo urlando al golpe, ma noi siamo una democrazia. Noi in Italia. E a Crotone?