Crotone,
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Il sindaco che vorrei per Crotone

Vorrei un sindaco dalla parte della gente e non delle lobby di potere.
Vorrei un sindaco battagliero, che non chinasse la testa davanti a niente e nessuno se in gioco c’è il bene dei cittadini tutti.
Vorrei un sindaco che non si facesse abbindolare dal potere, qualsiasi esso sia e da qualsiasi parte arrivino le avance. Vorrei un sindaco che ai tavoli istituzionali dicesse: “non mi muovo da qui se non mi date risposte concrete”. Vorrei un sindaco che pensasse a creare economia per tutti e non solo per i soliti noti, come avviene da decenni. Vorrei un sindaco che si guardasse intorno e dopo aver visto il mare, il cibo, la cultura e le potenzialità di questa terra si chiedesse: “come fa a essere povera?”. Vorrei un sindaco che avviasse la raccolta differenziata vera, che si costituisse parte civile in tutti i processi di ‘ndrangheta perché la ‘ndrangheta ammazza il territorio. Vorrei un sindaco di mente fresca, di idee chiare, di valori e principi sani. Un sindaco che lavorasse per il bene comune e per il bene della sua popolazione. Un sindaco il cui agire per la collettività lo rendesse immortale nel ricordo delle generazioni future. Un sindaco che non facesse finta di battersi per poi chiudersi nelle stanze di associazioni di ispirazione più o meno cattolica, ma che con la carità, la solidarietà e l’amore per il prossimo (chiunque esso sia) non c’entrano niente. Vorrei un sindaco che attraverso l’archeologia, il turismo, la bellezza dei luoghi, la cultura, il cibo, l’agricoltura sostenibile creasse la vera ricchezza di questi luoghi e dei suoi cittadini. Vorrei un sindaco che andasse a battere i pugni, chiudesse la città, o prendesse a pesci in faccia il presidente del Consiglio dei Ministri quando dice che “il ponte sullo stretto si farà”, mentre da queste parti non c’è non un’autostrada, ma nemmeno una superstrada, e i passeggeri della stazione che aspettano il treno rischiano di morire di vecchiaia. Vorrei un sindaco che non scendesse a compromessi con nessuno, in primis con la sua coscienza, poi con i potentati economici e poi con la Chiesa, quando questa non è ben rappresentata. Vorrei un sindaco che si mettesse alla testa di una marcia della speranza per le generazioni che verranno, che partecipasse attivamente alla crescita culturale della città, unica vera arma di ripresa anche economica. Un sindaco che pensasse ad una città-gioiello piuttosto che ad una città coscia di pollo da spolpare fino all’osso. Un sindaco di Serie A non di Terza categoria. Vorrei un sindaco libero, affiancato da una Giunta libera e sostenuto da un Consiglio ancora più libero. A pensarci bene, vorrei cose normalissime, ma in questo momento storico la normalità è rivoluzionaria.