Crotone,
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Il saluto di Crotone a Leila: ragazza somala a caccia di sogni, violentata e torturata


Leila, continueremo a chiamarla così, non è stata lasciata sola. La ragazza somala torturata e violentata in Libia e deceduta all’ospedale di Crotone dopo aver partorito una bimba, non è rimasta sola. Al suo funerale c’era il mondo dell’umanità. Decine di persone di ogni nazionalità. È stato un finerale di famiglia quello di Leila. Sin dalle prime ore del mattino una piccola folla si è radunata davanti all’obitorio di Crotone. Poi, intorno alle 9:00, una preghiera cristiana per salutare Leila e Hassan, 20enne etiope, anch’egli deceduto a Crotone dopo essere arrivato con uno sbarco, in condizioni di salute molto critiche. Erano insieme nell’obitorio Leila e Hassan. E a loro è andata prima la preghiera col rito cattolico e poi quella col rito musulmano. Poco dopo altra preghiera, questa volta con un canto gospel per i due giovani migranti che inseguivano la vita e hanno trovato la morte. Hassan sarà sappellito nel cimitero di Crotone, il feretro di Leila, accompagnato da un corteo di auto, è arrivato a Papanice. Qui il parroco don Pasquale Aceto ha lasciato che l’Imam di Crotone volgesse il corpo di Leila verso La Mecca per la preghiera musulmana. Poi è stato lo stesso sacerdote di Crotone a impartire una benedizione cattolica. Alla fine un lungo abbraccio tra tutti i presenti ha concluso la cerimonia, mentre il feretro di Leila veniva tumulato davanti alle lacrime di alcune ragazze somale arrivate per l’ultimo saluto alla loro connazionale. Leila è morta, Leila è una di famiglia, ma noi non siamo stati bravi famigliari. Non abbiamo saputo offrirle la gioia di vivere che meritava. E ogni giorno continuiamo a non impegnarci abbastanza per salvare tante altre Leila, tanti altri Hassan. Ma a Crotone ancora una volta il mondo si è ritrovato unito nel nome di questi due giovani martiri moderni. Il mondo degli esseri umani, senza muri, senza distinzione alcuna di religione o appartenenze, semplicemnte tanta umanità che abita un mondo per tutti.