Alla fine c’è riuscito. Quella delle chiusure per due settimane di tutte le scuole di ordine e grado era diventato quasi un chiodo fisso per il ff Spirlì. Ci aveva provato un paio di settimane fa, annunciando un accordo poi non proprio raggiunto, con i sindacati. Un paio di giorni fa invece si era detto pronto a chiudere tutto “qualora i dati i mio possesso venissero confermati”. Ma “i dati” non sembrano confermati visto che la Calabria è rimasta in zona gialla con un Rt tra i più bassi in Italia. Ma lui ha chiuso lo stesso. Facebook è diventato il suo mezzo di comunicazione preferito. E non accetta contraddittorio, anzi nel suo ultimo post parla delle “lagnanze” relative alla scuola dell’infanzia, che si era dimenticato di citare “per un errore nella bozza”.
È davvero singolare che un presidente di Regione facente funzioni, delegato solo a svolgere compiti ordinari, all’indomani dell’incontro con il suo mentore politico decida di assumere posizioni nette come la chiusura della scuola. Sembra quasi che continui a fare politica da un ruolo che, forse, sarebbe più istituzionale.
Il problema più grande, però, rimangono sempre i bambini. Che finalmente avevano ripreso il ritmo scolastico, la gioia di stare insieme agli altri compagni. E poi sarebbe anche ora di dire le cose come stanno: questa chiusura non è per due settimane. Subito dopo ci sarà Pasqua con le vacanze e, così com’è accaduto a Natale, solo per qualche giorno difficilmente i genitori faranno rientrare in aula i propri figli.
C’è da aspettarsi un nuovo ricorso al Tar, che già si espresso in maniera abbastanza chiara. E per ben due volte in merito. Chiudiamo e vacciniamo. Bene. Ma quanti dei docenti e del personale scolastico ha una data? Qualcuno inizierà lunedì? Non abbiamo ancora notizie in merito, magari potrebbe fornircele lo stesso facente funzioni.
Infine, visto che la Calabria è diventata zona gialla e ci si può muovere tra comuni, sarebbe bello che Nino Spirlì abbandonasse temporaneamente la sua postazione Facebook e facesse, già oggi pomeriggio, un giro sui nostri splendidi lungomari per farsi da solo una domanda: ma davvero il problema sono le scuole?
Tra un vaccino sparito e l’altro, tra più del 40% delle dosi che solo nella nostra regione sono rimasti nei frigoriferi, forse potrebbe darsi una risposta. Una domanda, alla fine, rivolta a noi stessi: davvero ci meritiamo tutto questo?