“Primo cuore a batteria in Calabria applicato all’ospedale di Crotone”; “Un intervento di cardiochirurgia senza precedenti”; “Un ospedale modello”. Sono questi alcuni dei titoli dei giornali che nell’aprile del 1976 celebravano la bravura dei medici e l’alta professionalità del personale dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. L’occasione era stato l’installazione del primo pacemaker della Calabria ad un paziente colpito da blocco cardiaco, operazione eseguita dall’equipe del professore Paride Paparella e dell’aiuto primario Giovanni Meo, coadiuvati dal primario di radiologia Ugo Pugliese e dalla sua equipe.
L’intervento era stato eseguito martedì 13 aprile su un paziente di 83 anni arrivato all’ospedale di Crotone in condizioni disperate. La Gazzetta del Sud del 18 aprile 1976 riporta: “dopo la prima applicazione del pace maker temporaneo (esterno), l’uomo è stato trasferito nella sala radiologica dove, sottoposto ad anestesia locale, gli è stato applicato il pace maker definitivo in una tasca sottocutanea nei pressi dell’ascella destra che di lì a poche ore di distanza gli ha consentito di alzarsi dal letto e persino di camminare”.
Ecco cosa scrive Il Tempo della Calabria sulla prima pagina del 17 aprile 1976: “CROTONE, 16 Ad un paziente ottantatreenne applicato un pacemaker all’ospedale civile di Crotone. L’equipe del reparto cardiologico diretto dal prof. Paride Paparella, ha eseguito martedì pomeriggio un intervento di cardiochirurgia su un paziente anziano, Francesco Scigliano, colpito da blocco cardiaco, con l’applicazione del pace maker. Il paziente, ricoverato in ospedale in condizioni disperate è stato prima applicato un impianto di stimolazione artificiale esterna e poi quando le sue condizioni lo hanno permesso è stato praticato l’intervento per l’applicazione dell’apparecchio permanente sottocute. Come il primo intervento del genere, del quale abbiamo dato notizia nelle scorse settimane, anche quello definitivo, e perciò stesso più impegnativo, di adesso è stato eseguito dal professor Paparella, collaborato dal suo aiuto dottor Giovanni Meo, con l’aiuto del primario e dell’equipe del reparto di radiologia, professor Ugo Pugliese. Ieri sera nel corso di un breve incontro con la stampa il prof. Paparella ha illustrato il significato dell’intervento eseguito, specie sotto il profilo della specializzazione dell’equipe medica da lui diretta. Si tratta, anche in questo caso del primo intervento del genere eseguito in un ospedale calabrese, e ciò a conferma dell’alta specializzazione alla quale tende il reparto di cardiologia. A proposito del quale vi è da dire che come annunciato nel corso del precedente incontro sono già in fase avanzata i lavori per il trasferimento del reparto e per la creazione della «unità coronarica» dove potranno trovare posto sei persone con il corredo di tutte le attrezzature occorrenti. In via di allestimento anche il laboratorio di emodinamica per il quale si attende il finanziamento della Regione, mentre per il resto il reparto di cardiologia, che si avvia a diventare un vero istituto cardiologico (l’unità coronarica verrà allestita sul modello di quella esistente all’ospedale Mauriziano di Torino) in grado di soddisfare le più urgenti necessità sanitarie anche a livello regionale. «Fino ad oggi si è lavorato in condizioni di “fortuna” – ha detto il professor Paparella – ma con l’arrivo delle apparecchiature già ordinate saremo in grado di assistere, in una branca assai difficile, diverse centinaia di ammalati, e poter intervenire decisamente su almeno un centinaio di casi urgenti».
Crotone,
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Quarant’anni fa a Crotone il primo pacemaker della Calabria
