Crotone,
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Maurizio Mesoraca racconta Diego Tajani: giurista, meridionalista e paladino della legalità

Una tappa a Reggio Emilia e, a ruota, una a Bagnolo in Piano. Il Centro studi e ricerche Diego Tajani di Cutro è approdato a Reggio Emilia, dov’è stato presentato nella sala Rossa del palazzo del Comune nell’ambito del festival “Noi contro le mafie”. Il giorno dopo, invece, davanti ad un’attentissima e numerosa platea riunitasi nell’ex refettorio del convento della parrocchia di Bagnolo in Piano, è stato presentato il libro “Diego Tajani. Un cambiamento atteso un secolo e i nodi dell’Italia” scritto da Maurizio Mesoraca. Inizia a concretizzarsi così, con queste due iniziative, uno degli obiettivi perseguiti dal Centro studi e ricerche, che è quello di riposizionare nella giusta ottica i rapporti tra la comunità cutrese residente a Reggio Emilia e gli emiliani stessi.

L’associazione, composta da un gruppo di studiosi e professionisti, intende promuovere la ricerca storiografica su Diego Tajani, magistrato, avvocato e statista cutrese che per primo denunciò e perseguì la collusione tra mafia e pezzi dello Stato, ma fu anche grande e meridionalista e attento critico dei suoi tempi.

Lo spiega il presidente del Centro studi e ricerche, Maurizio Mesoraca, in un‘intervista rilasciata a Crotonenews. Mesoraca parte dall’iniziativa che si è svolta proprio a Cutro per presentare ufficialmente il Centro, un convegno dal tema “Diego Tajani, tra Cultura della legalità e impegno meridionalista”.

“In quell’occasione – spiega – abbiamo fatto conoscere meglio la figura di Diego Tajani. Una figura di valore nazionale che s’è distinta come avvocato, magistrato e come parlamentare. Un personaggio di spicco che rimane molto attuale dal momento che ha affrontato i nodi più spinosi dell’Italia: dal rapporto tra Stato e Chiesa al problema del Mezzogiorno, dal problema della giustizia e a quello della mafia. Problemi che a 100 anni dalla sua morte rimangono irrisolti. Tajani è da considerare un personaggio simbolo soprattutto perché fu il primo ad alzarsi in Parlamento e a far conoscere la mafia, la sua pericolosità e la collusione tra questa organizzazione criminale e settori dello Stato. Questo fatto lo rende ancora più benemerito dal momento che parliamo di una personalità nata a Cutro, dove purtroppo c’è una presenza mafiosa molto agguerrita”. Al convegno hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Vietri sul Mare (città d’origine di Tajani) Giovanni De Simone, l’assessore comunale di Reggio Emilia Lanfranco De Franco e la consigliera comunale della città emiliana Palmina Perri. “Un fatto che racconta meglio di tante parole – prosegue Mesoraca – del valore e del significato del Centro Tajani. Di particolare rilievo gli interventi di Antonio Nicaso, professore presso la Queen’s University di Kingston (Canada) e di Ercole Giap Parini, direttore del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Unical”.

Ma qual è stato il percorso che ha portato alla nascita del Centro Tajani?

“Questa iniziativa viene da lontano. Era il 1988 quando da senatore ho raccolto i discorsi parlamentari di Diego Tajani. Nel 1991, assieme ad altri  intellettuali di spicco, ho promosso l’associazione Diego Tajani e all’inizio di quest’anno assieme ad altre nove persone di assoluto valore abbiamo dato vita al Centro Studi e Ricerche Tajani. Dunque un percorso iniziato 30 anni fa, che con la costituzione del Centro ha raggiunto un traguardo molto importante”.

“La mia idea – aggiunge, parlando degli obiettivi del Centro – è stata quella di costituire un Centro Studi che andasse oltre l’associazione Tajani. La filosofia di fondo era, ed è, quella di costituire a Cutro e poi a Reggio Emilia e a Vietri sul Mare un’associazione avente scopi culturali e sociali che promuovesse degli studi e delle ricerche sulla figura di Diego Tajani al fine di approfondire la conoscenza della sua vita e dei suoi scritti. Su questo terreno abbiamo già del materiale di rilievo in mio possesso: tutti Discorsi pronunciati da  Diego Tajani in Parlamento, un libro dal titolo ”Diego Tajani, un cambiamento atteso un secolo e i nodi irrisolti dell’Italia”, la corrispondenza che Tajani ha avuto nelle vesti di avvocato con Giuseppe Garibaldi, col patriota Giovanni Nicotera e col il Presidente del Consiglio Francesco Crispi. Ovviamente gli studi e le ricerche non si devono fermare alla figura di Tajani, ma devono abbracciare anche personaggi ed eventi delle tre realtà coinvolte. In questo senso va colmata, soprattutto per Cutro, una mancanza di studi e di dati che riguardano la nostra cittadina. Ma sono sicuro che risulterà utile approfondire anche la conoscenza delle altre realtà coinvolte, senza la quale nessun discorso serio è possibile fare sul loro sviluppo, che è poi l’obiettivo ultimo verso il quale tendiamo come Centro. Oltre all’attività di studio e ricerche, il Centro Tajani si propone di promuovere iniziative sulla legalità, sul Mezzogiorno, sui giovani e sui diritti e doveri sanciti dalla nostra Costituzione. Quindi il Centro si pone un ampio raggio di azione”.

Tra questi temi un posto centrale sarà riservato alla questione della legalità. “Un tema particolarmente legato alla figura di Diego Tajani e fondamentale per una battaglia di crescita culturale, politica, civile ed economica di Cutro, ma anche delle altre due realtà interessate alla vita del Centro. Quando parliamo di legalità ci poniamo l’obiettivo di formare dei cittadini, soprattutto dei giovani consapevoli dei diritti e doveri che prevedono le leggi e più in generale la Costituzione. Quindi ci riferiamo alla difesa dei diritti civili, dei diritti umani, alla difesa della dignità e della libertà di ognuno di noi. Ci riferiamo all’impegno contro la droga, il bullismo, la violenza, lo sfruttamento e naturalmente le mafie. L’impegno verso questo fenomeno sarà significativo sia per il nome che abbiamo dato al Centro, sia perché è il fenomeno più grave che registriamo a Cutro, che a Reggio Emila e nella stessa Vietri sul mare. In particolare la vicenda Cutro-Reggio Emilia è stata e sarà uno dei temi ai quali abbiamo dedicato più attenzione nel convegno e continueremo a farlo nel prosieguo delle nostre attività. Si tratta di colmare il fossato che s’è aperto tra la comunità cutrese e quella di Reggio Emilia, consapevoli che la ‘ndrangheta ha fatto i danni e le due comunità ne stanno pagando i prezzi. Nel convegno a Cutro s’è manifestata piena consapevolezza e volontà da parte delle Istituzioni di Reggio che da parte nostra di affrontare con spirito collaborativo questo problema”.

“Particolare riguardo – conclude – riserveremo alle tematiche giovanili: giovani e scuola, giovani e lavoro, giovani e innovazione. Tratteremo insomma le questioni che riguardano il presente e il futuro delle nuove generazioni. Il Mezzogiorno sarà inquadrato, come è giusto che sia, come problema nazionale”.