Riceviamo e pubblichiamo
“Lo show continua. Ieri è andata in onda la seconda parte del terzo consiglio comunale dell’era Voce.
Mai, sottolineiamo mai, un consiglio comunale ha toccato un punto così basso, forse il più basso dell’era repubblicana. Anzi, sicuramente il più basso.
Ma di quale spettacolo stiamo parlando? Della saga degli ordini del giorno perlopiù gestiti da quello che appare da queste prime battute come un vero e proprio sindaco ombra, il consigliere Meo.
Un primo ordine del giorno che chiedeva interventi a favore delle attività economiche oggetto di restrizioni a seguito del Dpcm del 24 ottobre 2020 , è stato approvato anche con il consenso del sindaco formale Voce, che nella precedente seduta aveva manifestato la sua contrarietà.
Un secondo ordine del giorno, proposto direttamente dal consigliere Meo e da altri sulla immediata riapertura delle strutture sportive è passato con 25 voti favorevoli e con la incredibile contrarietà del sindaco formale Voce e dell’assessore al ramo. Su questa decisione, dobbiamo dare merito al sindaco formale Voce di aver avuto il coraggio di mettersi contro tutto quel mondo sportivo che lo aveva convintamente votato solo qualche settimana fa.
Il terzo ordine del giorno presentato della consigliera Cavallo per conto dell’immarcescibile leghista Cerrelli e dal consigliere Manica, avente ad oggetto la contrarietà al disegno di legge Zan, rappresenta però un capolavoro. Si tratta del disegno di legge (che prende il nome dal relatore del Pd Alessandro Zan) approvato dalla Camera dei Deputati per contrastare la violenza e la discriminazione per motivi legati alla transomofobia, alla misoginia e alla disabilità.
Nel precedente consiglio l’ordine del giorno aveva ottenuto 12 voti a favore, 10 contrari e 8 astenuti, ma il segretario generale rigettava l’approvazione per questioni relative al quorum di approvazione. A questo punto, dopo vari interventi motivati del consigliere Meo, lo show, ovvero il consiglio comunale, veniva aggiornato al 2 dicembre.
Nella riunione del 2 dicembre dopo varie schermaglie il sindaco ombra Meo otteneva di mettere ai voti una mozione che chiedeva di applicare alla votazione della consigliera cavallo e del consigliere Antonio Manica l’art. 81 del regolamento che prevede di non conteggiare i voti degli astenuti per definire il “quorum ponderato”. La mozione del sindaco ombra Meo è passata con 26 voti favorevoli e 5 contrari e quindi il consiglio comunale di Crotone approvava l’ordine del giorno della vergogna esprimendo, a nome della città, la contrarietà al disegno di legge Zan che intende contrastare la violenza e la discriminazione per motivi legati alla transomofobia, alla misoginia e alla disabilità.
Fine dello show.
Vale la pena fare qualche considerazione finale. Dei 12 voti a favore della tesi oscurantiste e da medioevo dei leghisti nostrani, 9 sono stati espressi da esponenti della maggioranza. Il sindaco formale Voce, il presidente del consiglio comunale Greco ed altri due consiglieri di maggioranza si sono astenuti. Ora, i numeri non mentono e confermano quanto affermato da noi, piuttosto isolatamente a dire il vero, e cioè che al ballottaggio Voce e Manica rappresentavano due destre.
Su un atto così intimamente politico come i diritti civili si evidenziano gli orientamenti politici e culturali profondi e la maggioranza del sindaco formale Voce e buona parte del consiglio comunale tutto hanno manifestato limpidamente di essere sulle posizioni della Lega e quindi solidamente ancorati a destra. Purtroppo queste posizioni da medioevo espresse dalla maggioranza del consiglio comunale non fanno bene alla città di Crotone e lasciano prefigurare tempi bui. Per questo motivo chiediamo a chi, anche in buona fede, ha ritenuto di votare uno schieramento progressista e di sinistra di ricredersi e a chi è stato eletto o nominato di dimettersi o di passare formalmente all’opposizione operando una scelta coerente con il proprio credo politico”.
Liberi per Crotone