Crotone,
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L’arte del disegnatore Fabrizio De Masi nel prestigioso volume “Inoki”

Il fumetto è letteratura per immagini, pensiamoci. Tecnicamente si definisce “arte sequenziale”, proprio perché consta di arte visiva espressa in una sequenza che racconta l’azione. E invece, molti ragazzi che si sono nutriti di Superman, Capitan America, I Fantastici Quattro, sono ex lettori una volta diventati adulti. E non perché la forma della grafic novel appaia priva d’interesse e di sorpresa ma perché la crescitaindividuale si accompagna quasi sempre ad una sorta di corruzione emozionale che fa percepire come infantile ed aberrante quella sospensione della realtà che sempre porta con sé l’arte. Ma si tratta di metaforizzazione dell’esistente come in una qualsiasi storia scritta, solo che ha in più i disegni che raccontano, oltre le parole. E le immagini sono potentissime, asciugano la scrittura, le danno forza senza marginalizzarla: se guardi l’espressione di un viso, non hai bisogno di descrivere terrore, amore, gioia, vai al cuore dell’emozione. Disegni che sono diventati simboli, epopee che hanno creato eroi, stereotipi che nel racconto hanno assunto la forza dell’archetipo. Basti pensare al dolore viscerale di Batman, alla sua lacerazione di bambino ed al desiderio di vendetta che ne motiverà la vita. Alla sua infanzia profanata che originerà la spietatezza dell’uomo. A quel costume da animale notturno, terreno eppure sotterraneo, all’intelligenza acutissima imprigionata nei bassifondi del dolore dell’anima, ad un essere umano che la dilaniazione ha reso ombra. “Fumetti” portatori di passioni squassanti, di sentimenti forti, di ideali salvificiche fatichiamo a riconoscere e percorrere nel quotidiano,perché diventati “adulti”.

Fabrizio De Masi, disegnatore crotonese, spazia con uguale entusiasmo dal fumetto, all’illustrazione di libri di fiabe, alla grafica, alla divulgazione dell’immaginario teorico e tecnico dell’arte sequenziale presso le realtà scolastiche. Alla personale interpretazione del classico, fra letteratura ed iconografia sacra. Ed alla creazione di un suo personaggio: Arnaldo. Un adolescente un po’ sfigato come tutti i nerd, struggente e puro nella sua totale immersione in una realtà altra e distante dalla volgarità.

L’ultima, importante produzione riguarda la sua partecipazione con una storia, in veste di autore unico, testo, disegni, inchiostri e colori, al volume “Inoki”, antologia-tributo con storie a fumetti, illustrazioni ed articoli che celebrano tanto l’uomo quanto il mito di Antonio Inoki.

Negli anni ’80 si chiamava “catch” e lo scoprii di notte su una tv locale. Era uno sport per me nuovo, eroico, epico. Un misto di arti marziali orientali e di lotta greco-  romana con regole, mosse e figure che avrei imparato nel tempo a riconoscere con una passione che mai ho avuto per altri sport. Nulla a che vedere col wrestling divulgato poi ed arrivato al grande pubblico, meno nobile, più plateale e più finto, caricaturale. Lì conobbi André the Giant, Hulk Hogan, Tatsumi Fujinami e su tutti, Antonio Inoki.

Era lui il maestro, il simbolo nobile del lottatore, la forza, la solennità, l’inventiva. E non a caso, tale fu l’immagine che conservò per tutta la vita e la carriera, alla cui fine s’impegnò, da politico, in fondamentali battaglie pacifiste ed umanitarie. Morto nell’ottobre dello scorso anno, la sua leggenda aveva raggiunto anche le ultime generazioni attraverso i manga e gli anime, in cui era presente quale coprotagonista in Tiger mask, il celeberrimo “Uomo Tigre.

E così, da un post social fra l’ironico ed il celebrativo di Gianluca Maconi sulla morte di Inoki, con un “finalmente possiamo fare il fumetto” buttato lì per scherzo, nasce un volume dedicato. Una frase che dev’essere stata intesa come stimolo e provocazione, ma comunque presa sul serio, perché decine di colleghi si presentano all’appello dichiarando la volontà di dare seguito a quell’invito tanto ironico quanto involontario.Una novantina di autori bravi, importanti, entusiasti, hanno dato vita all’opera, con una completezza ed una godibilità garantite dalle varietà di stili, di approcci, disensibilità e tecniche che ne fanno comunque un lavoro molto pop. Edito da “Tentacle” la casa editrice fondata da Andrea Scoppetta e Maconi, il lavoro è firmato da nomi che forse non dicono molto al grande pubblico, ma che rappresentano il meglio degli autori in materia: Camuncoli, Palumbo, Marini che firma la copertina, Scoppetta che, fra l’altro ha lavorato ad un film Disney insignito di un Oscar, Di Giandomenico, disegnatore per Marvel Comics (Capitan America, L’Uomo Ragno, Thor e Hulk) e DC Comics (Superman e Batman). Un’occasione, insomma, per divertirsi esplorando espressioni artistiche magari sconosciute, per ampliare orizzonti culturali confinati nel consueto e vivere le emozioni pure ed essenziali che dall’arte ci aspettiamo.E che un lavoro di squadra sa raccontare di più e meglio perché è un caleidoscopio di anime, di sguardi, di formazioni e di vissuti.