Sono passati 43 anni dall’agguato in cui a Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, furono uccisi a colpi di lupara, Michele e Domenico Facchineri, 9 anni il primo, 10 il secondo. Dopo tutti questi anni, però, la memoria di due ragazzini trucidati dai colpi della guerra di ‘ndrangheta è ancora viva. E lo è stata soprattutto questa mattina quando studenti e docenti del Liceo “Carlo Porta” di Monza, insieme ai soci della cooperativa Terre joniche e a Libera Crotone, hanno piantato un albero di noce nel “Frutteto della Memoria”, in località Cepa. Esattamente a pochi metri da dove nei giorni scorsi sono stati distrutti i vetri di un locale adibito a deposito e nella disponibilità della cooperativa che gestisce i terreni confiscati alla famiglia Arena di Isola Capo Rizzuto. Un luogo simbolico la Cepa, un luogo dove altri vogliono distruggere, mentre c’è chi lavora per fare memoria.
Un gesto di grande valenza che, da una parte tributa la giusta memoria a due ragazzini vittime della barbarie ‘ndranghetistica, dall’altra si pone come contraltare al brutto episodio nel quale Salvatore Borsellino è stato di fatto fermato da un preside del milanese mentre rispondeva ad una domanda degli studenti su Dell’Utri e Andreotti.