“Chi pedala cambia il mondo dolcemente”. Questo lo slogan scelto dai ragazzi di Ciclofficina Tr220 per la loro associazione. Eppure c’è anche chi ha pedalato con grinta, tenacia, forza di volontà e con un obiettivo, e se proprio non è riuscito a cambiare il mondo, senza dubbio ha cambiato le persone che hanno pedalato con lui. Questa persona è il tecnico del Crotone calcio Davide Nicola, che la scorsa primavera, sfidando un giornalista scettico sulla salvezza della squadra rossoblù, aveva dichiarato che se fosse riuscito in una cosa apparentemente impossibile quale restare nella massima categoria, sarebbe stato disposto a farne una che poteva sembrare ancora più assurda: andare da Crotone a Vigone in bicicletta.
Entrambi imprese assurde: forse per tutti gli altri, non per Nicola; che prima ha salvato la squadra lasciando un’Italia intera a bocca aperta e poi ha sfidato se stesso, il proprio corpo, i suoi collaboratori, il caldo e quanti credevano che dopo pochi metri sarebbe salito in macchina e avrebbe finto questa impresa. Nicola è diventato un esempio per tutto il Paese, un esempio di forza, di voglia di vivere, di resistenza. Un modello da imitare per tutti. E a sostenerlo sono proprio Giuseppe Macirella e Giuseppe Aiello, i due tecnici di Ciclofficina che su un furgone hanno seguito le imprese del mister e della sua squadra di ciclisti, lavorando senza sosta per oltre una settimana: svegliandosi la mattina presto, revisionando biciclette, studiando percorsi, supportando anche moralmente il gruppo. Un gruppo con un leader indiscusso: Nicola appunto.
G&G, così sono stati soprannominati durante il viaggio i due ragazzi, erano quanto di più crotonese c’è stato lungo il percorso. Un percorso che si è trasformato in un canale nel quale è passato il messaggio più bello mai partito dalla nostra città: dal niente si può fare molto. Anzi tutto.
«In ogni città in cui siamo arrivati – ha raccontato Macirella – abbiamo trovato crotonesi. Noi crotonesi siamo davvero ovunque! Come ha scherzosamente detto Nicola a qualche giornalista. Alcuni crotonesi ci hanno seguito anche durante il percorso e ci hanno atteso all’arrivo a Vigone. Proprio qui abbiamo incontrato una signora che vive lì da 30 anni e che ci ha aspettato entusiasta, conosceva la Ciclofficina e anche i nostri nomi. Un momento davvero meraviglioso».
«Non dimenticheremo mai l’arrivo a Vigone – ha spiegato Giuseppe Aiello – ci sembrava di essere all’arrivo di una tappa del Giro di Italia. C’erano migliaia di persone ad aspettarci. Un intero paese. Lì abbiamo capito una cosa che fino a quel momento non avevamo messo a fuoco per bene. Abbiamo capito la grandezza dell’impresa che avevamo fatto e quanta risonanza avesse avuto».
L’impresa di Nicola, certo, delle persone che erano con lui, ma anche l’impresa della città di Crotone. «Se il Crotone non fosse stato in serie A e se non avesse ottenuto questa salvezza così pazzesca – ha poi aggiunto Macirella – questo viaggio di Nicola non avrebbe avuto lo stesso significato. Questo vuol dire che dovremmo imparare a fare tesoro delle cose buone che abbiamo nella nostra città e soprattutto dovremmo imparare dal calcio. Il calcio è uno sport che può darci la possibilità di lanciare messaggi importantissimi come quelli che abbiamo provato a diffondere in questi giorni: la sicurezza stradale, il ricordo delle vittime della strada, e persino il diritto alla mobilità, che è fondamentale per ogni individuo».
Crotone in questi giorni è stata un esempio per tutto lo Stivale. Una città che è la periferia della periferia, un posto sempre additato per mafia, corruzione, per tutto quello che manca, per i giovani che vanno via, per il mare che non è più nemmeno una risorsa. Proprio questa Crotone ha mostrato coraggio, forza, fiducia in se stessa. Un messaggio talmente positivo che nessuna città è riuscita a trasmettere fino ad ora. Crotone è la città della gente che si alza le maniche e lavora sodo. Dei giovani che non vanno via; come G&G che dalla loro passione per le bici e dalla mancanza totale di spazi per gli appassionati dei pedali provano a creare il loro futuro. Crotone è la città che ha creduto in Davide Nicola e nella sua integrità di uomo e professionista. Crotone si è salvata in serie A e spera di salvarsi in tutto il resto. E se oggi l’Italia guarda a quel piccolo angolo che una volta era il cuore della Magna Grecia con ammirazione è merito di questo incredibile viaggio che Giuseppe Macirella, Giuseppe Aiello, Davide Nicola, Alessio Capello, Paolo Boretto ed Elmiro Trombino hanno fatto. Già, proprio grazie al calcio. Proprio grazie allo sport. Gli uomini di sport conoscono il sapore del sacrificio e il concetto dei limiti da superare. Ma questo non dovrebbe essere un concetto troppo difficile da comprendere per chi è erede della cultura greca e di Pitagora. Mens sana in corpore sano dicevano i latini. Ed è proprio così: «Abbiamo vissuto giorni di adrenalina a mille – ha poi concluso Aiello – eravamo sempre carichi di emozioni fortissime. Sia per quello che stavamo facendo sia per i messaggi che ci arrivavano dall’esterno. Crotone e i crotonesi non sono mai stati tanto ammirati come in questi giorni e noi tanto felici ed orgogliosi di rappresentarli. Ci auguriamo che quella di Vigone non sia stata l’ultima tappa del nostro viaggio. Ma soltanto la prima di una strada lunga che ancora dobbiamo percorrere. Ma stavolta con la consapevolezza che arrivare non è l’obiettivo, ma l’obiettivo è pedalare».