Crotone,
Tempo di lettura: 4m 38s

Crotone e la legge di Lavoisier al contrario: “Nulla si crea, ma tutto si distrugge”

La legge della conservazione di massa di Lavoisier dice che in natura “Nulla si crea e nulla di distrugge ma tutto si trasforma”. Probabilmente è una legge universale della fisica valida su tutto il pianeta tranne che a Crotone, dove nulla si crea, poco si trasforma in peggio e tutto si distrugge. Non conta di che “colore” sia chi amministra, l’importante è distruggere. Perché chiunque abbia governato questa città prima ha comunque fatto male. Questa è la legge della fisica crotonese, che rende questa città un microcosmo sempre difficile da interpretare e spesso repellente come le trappole per i topi col veleno.

Ed è così, che ad esempio, le stazioni rimangono senza treni, gli aeroporti senza aerei, le strade senza asfalto e alle volte persino senza direzione. C’è una leggenda che narra che Pitagora quando venne scacciato dai crotonesi lanciò verso questa città una maledizione… Altri parlano di profanazione del tempio di Era… La verità, noi crotonesi del 2021, non la conosciamo ma sappiamo che il gioco preferito di tutti rimane distruggere. Ed è così che questa città, come poche nel sud Italia, era dotata di “grandi” impianti sportivi e “piccoli” impianti sportivi. Due palazzetti dello sport, un campo da calcio con pista di atletica, una piscina olimpionica… “La città dello sport”. Con una squadra di calcio in Serie A, poi squadre di pallanuoto, basket, pallavolo, pallamano, atleti campioni nazionali ed internazionali di arti marziali, boxe. Per non parlare del nuoto, disciplina che è riuscita a regalare a questa città medaglie come se piovesse. Poi una mattina Crotone si è svegliata e ha scoperto che il suo problema non era la mafia, non era la corruzione della politica, non era l’evasione fiscale, non era il lavoro nero e lo sfruttamento dei deboli. Crotone una mattina ha scoperto che il suo più grande problema erano le società sportive crotonesi… Ree di aver gestito, curato, migliorato strutture sportive senza però pagare le bollette. Per carità, nessuno vuole giustificare niente. Se danno erariale c’è, bisogna trovare i responsabili e risanarlo, ma agli occhi di un intero paese e al netto della reale sofferenza di questa terra, non si può nascondere che tutto questo appare la più grande beffa mai subita dal territorio. Le società sono state cacciate via dalle strutture, niente più sport a Crotone. Va ripristinata la legalità. Benissimo, ma a che prezzo? Oggi le strutture sono abbandonate e danneggiate. Il PalaMilone necessita di interventi di ristrutturazione per oltre duecento mila euro, per la piscina olimpionica siamo su cifre forse anche più alte. E vogliamo parlare della pista di atletica? Chi pagherà questi danni? Con quali soldi il Comune, proprietario degli impianti, risanerà la ferita nel cuore dei crotonesi? E non si chiama anche questo danno?

Ma Crotone ha in sé questo potere autodistruttivo in tutto. Oggi l’obiettivo è “distruggere” il grande sogno di Antica Kroton. Quasi 62 milioni di euro a disposizione di questa città, per rimettere in moto l’economia e per creare un futuro. Sono undici anni che questo progetto non riesce a partire perché l’obiettivo non è aprire i cantieri ma vedere come questi soldi possano soddisfare lo smisurato ego di chi è al potere in quel momento. E così prima si spendono centinaia di migliaia di euro nel presentare qualcosa che ancora non esiste per poi affermare: «gli scavi in centro bloccano il traffico, non possiamo aprire i cantieri». Quando le mie orecchie, di laureata magistrale in Scienze dell’Antichità, hanno sentito queste parole un brivido ha attraversato la mia schiena. Peggio ancora quando qualcuno ha detto: «Che senso ha scavare se poi i turisti non possono andare a vedere niente?». È stato in quel momento che mi è venuto in mente l’esame di “Metodologia e Tecnica della ricerca archeologica”, quando in una bollente mattinata di fine luglio, mentre mi recavo all’Università, sognavo di poter un giorno scavare nella mia città, non per i turisti, ma per rispondere a tutte quelle domande sulla storia di Crotone che ancora aspettano risposte.

Chissà cosa ne penserebbe il mio professore di Archeologia della Magna Grecia se qualcuno gli dicesse che l’archeologia è la scienza del turismo. E quindi niente scavi nel quartiere settentrionale, non hanno senso, poi le ruspe li danneggiano. Ed è così che Crotone prende colpi a destra e a manca… Restiamo in attesa di sapere quando e come i cantieri di Antica Kroton partiranno, di sapere qual è l’antica città che intendiamo scoprire, senza disturbare nessuno, è chiaro. In silenzio per evitare che il traffico del centro possa subire traumi. Nella speranza che i soldi spostati da questi scavi per l’esproprio di terreni privati siano ben spesi. E che davvero “cento metri più avanti ci siano le stesse cose”. E nel frattempo assisteremo ad altre distruzioni: quella del progetto della bonifica, l’aeroporto, il piano regolatore del porto, l’ospedale, agenda urbana…

Buon 2021 a tutti.

Io speriamo che me la cavo.