Saranno presentata domani, nella sede crotonese dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” le attività archeologiche subacquee in corso sul relitto di Cala Cicala. Nello specchio di mare antistante località Cicala – che ricade all’interno del parco marino, nella porzione meridionale del promontorio di Capo Colonna – giacciono a modesta profondità blocchi e colonne in marmo bianco appartenenti a un antico, quanto prezioso, carico navale naufragato assai verosimilmente in età romano-imperiale. Conosciuto sin dagli anni Cinquanta, questo relitto non è stato ancora studiato in maniera approfondita ed è per questa ragione che è stato scelto dagli archeologi subacquei per una serie di minuziose ricerche autorizzate dalla competente Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
Le attività in mare sono coordinate dall’archeologo subacqueo Salvatore Medaglia e il team si avvale della partecipazione di studiosi afferenti a ben tre Dipartimenti dell’Università della Calabria: Studi Umanistici (prof. Armando Taliano Grasso), Biologia, Ecologia e Scienze della Terra (prof. Domenico Miriello) e Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale (prof. Fabio Bruno). Le ricerche che si stanno svolgendo, con l’assistenza tecnica del Diving MadeinSub di Le Castella, hanno dunque carattere multidisciplinare e si prefiggono l’acquisizione di dati che permetteranno di realizzare un modello tridimensionale del relitto, di stabilire la datazione del naufragio e le cause dello stesso, la provenienza e la quantificazione della massa del carico lapideo, le specifiche tipologico – architettoniche degli elementi che compongono il carico, la distribuzione spaziale dei manufatti, ecc.
Il relitto di Cala Cicala ha tra l’altro una grande importanza perché è uno dei due siti-pilota italiani (assieme alla città sommersa di Baia, in Campania) ad essere stato scelto nell’ambito del Progetto Interreg Med, denominato “BlueMed” – con capofila la regione della Tessaglia (in Grecia) – e che ha come finalità quella di pianificare, testare e realizzare buone pratiche a livello europeo nell’ambito di uno sviluppo turistico sostenibile incentrato sui beni archeologici sommersi. “BlueMed”, con le cui risorse sono finanziate le ricerche subacquee in corso a Cala Cicala, oltre all’Unical vede come partner l’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” che in questi anni sta capitalizzando ai fini turistici il ricchissimo patrimonio archeologico presente nei suoi bellissimi fondali, a partire dalla recente realizzazione di un itinerario archeologico sottomarino a Punta Scifo.
Alla conferenza stampa parteciperanno, oltre ai ricercatori impegnati nelle indagini, anche l’assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo, al cui Dipartimento afferisce l’Area Marina Protetta, Mario Pagano, Soprintendente archeologico, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, il Magnifico Rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci e Simone Scalise dell’AMP.
I conferenzieri, che da diverse angolazioni sono coinvolti nelle ricerche per compiti non solamente istituzionali, promuoveranno un dibattito sulle potenzialità che i beni archeologici sottomarini, con l’ausilio delle nuove tecnologie, possono avere nell’ambito del turismo culturale calabrese e dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” in particolare.
A margine della conferenza stampa sarà possibile interagire con i sistemi di realtà virtuale appositamente realizzati dal DIMEG dell’Unical per effettuare una coinvolgente immersione subacquea sul relitto Punta Scifo D, naufragato lungo le coste crotonesi nella prima metà del III sec. d.C. e ad oggi il più grande carico di marmi romani noto nel Mediterraneo.