di Michela Bastone
Classe 1982, Cristiano Testa è un giovane sceneggiatore crotonese che sa il fatto suo. Fra i suoi ultimi lavori “Il Paradiso delle signore”, in onda su Rai 1 e già alla seconda stagione, e la comedy “Matrimoni e altre follie”, realizzata per Canale 5. È laureato in Teorie e prassi della comunicazione e ha un diploma in sceneggiatura del Centro sperimentale di cinematografia. Lavora come story editor e autore per la tv ed il teatro. Ha un gatto di nome Bogart e vive a Roma, quartiere San Giovanni. Ma chi è questo ragazzo d’oro?
Come si diventa sceneggiatore?
“Ho avuto la passione per la scrittura sin da ragazzino: divoravo libri, racconti e fumetti. Poi è arrivato l’amore per il cinema e per le serie televisive. Da qui il passo mi è sembrato obbligato: provare a scrivere per il grande e il piccolo schermo. Ma scrivere una sceneggiatura non nasce solo dalla passione, non accendi la Churchill o la candela, guardando la luna e ti viene l’ispirazione, purtroppo no! Scrivere una sceneggiatura è un lavoro creativo, certo, ma anche molto “tecnico”. È necessario frequentare una buona scuola e avere la fortuna di incontrare dei buoni maestri; poi mettici l’estro personale ed il gioco è fatto”.
Cosa ha contato nel tuo percorso professionale: la testa o il cuore?
“Sicuramente entrambi. La testa per capire e decidere che quello sarebbe stato il percorso giusto per me, il cuore per resistere nei momenti di inevitabile paura del futuro. L’amore per il mio lavoro mi ha fatto superare i periodi in cui il dubbio ti assale; la carriera artistica è spesso costellata di successi, ma anche di attese, precarietà, di telefonate che non arrivano o che arrivano tutte contemporaneamente; solo un amore smisurato per quello che fai ti rende forte e caparbio”.
Dove scrivi, davanti al tuo pc, mentre fai colazione, a cena con gli amici?
“Uno scrittore scrive sempre, annota tutto nel suo hard disk virtuale, annota le chiacchere con gli amici, ascolta la gente che parla nell’autobus, ascolta gli anziani, ma soprattutto fa continue domande. Certo è, che quando ho delle scadenze siedo alla scrivania e compongo un certo numero di pagine al giorno”.
Come nasce una sceneggiatura?
“C’è una distinzione importante da fare a monte. Esiste la sceneggiatura scritta senza un committente, commissionata solo dall’estro creativo e la sceneggiatura prodotta invece all’interno di un contesto industriale, commissionata da un produttore. Nel primo caso, si ha la massima libertà creativa perché si lavora a qualcosa che si andrà a proporre, nel secondo caso, che è quello che capita più spesso, si lavora all’interno di un team su un’idea che ha dei confini già ben definiti. Si lavora giorno e notte, quindi, insieme agli head writer – i capo autori – per definire la storia principale che si andrà a raccontare, e poi ci si divide per scrivere i singoli episodi”.
Cosa ti senti di dire a chi come te, vorrebbe fare lo sceneggiatore?
“Studiate. Consiglio quindi di scegliere una buona scuola di scrittura cinematografica. Le più serie hanno posti limitati e allo stesso tempo non chiedono rette esorbitanti. In ogni caso, e questo vale sia per chi frequenta una scuola che per chi tenta la carriera da autodidatta, bisogna alimentare continuamente la propria curiosità e non smettere mai di confrontarsi con il lavoro degli altri. Ci sono autori come Quentin Tarantino che non hanno mai frequentato una scuola di cinema e si sono formati guardando migliaia di film, cercando di capire come funzionassero quasi “smontandoli” come si fa con i giocattoli”.
Racconti di questa soap, “Il Paradiso delle Signore” in onda su Rai Uno …
“Più che una soap è un “period drama”, una fiction in costume, ambientata negli anni ‘60, anni così vicini da evocare piacevoli ricordi negli spettatori. È ispirata all’omonimo romanzo “Al paradiso delle signore” di Émile Zola, ma è ambientata a Milano nel periodo della nascita dei primi grandi magazzini. Un’epoca felice di rinascita per un Paese che aveva appena fatto i conti con la guerra e ne era uscito distrutto. La protagonista è Teresa Iorio, una giovane ragazza appena arrivata nel capoluogo lombardo per provare a rifarsi una vita, lontano dal suo paesino del Sud. Viene assunta nel Paradiso delle signore come commessa e inizia un percorso di crescita umana e professionale nel quale avrà modo di scoprire quali sono le sue ambizioni e anche di trovare l’amore per il tenebroso proprietario del magazzino, Pietro Mori… un uomo che ha più di uno scheletro nell’armadio. La fiction è alla sua seconda stagione, che va in onda proprio in questi giorni su Rai 1, in prima serata, con un grande riscontro di pubblico. Sono orgoglioso di far parte di questo progetto sin da quando era ancora un’idea nella testa del produttore”.
Cosa ti manca del Sud? E quando torni cosa ti manca del Nord?
“Prima vivevo a Milano, che effettivamente è profondo Nord. Le differenze erano molto più marcate rispetto ad adesso, che vivo stabilmente a Roma. Di Crotone mi mancano gli affetti dei miei cari e la bellezza di alcuni paesaggi”.
Dove la rivedremo, se può dircelo ovviamente?
“In questo momento ho diversi progetti in fase di sviluppo, ma non saprei dirti quanti e quali vedranno la luce. Per ora sono soddisfatto dei risultati de “Il Paradiso delle signore” e spero che la Rai riconfermerà il progetto per una terza stagione. Incrociamo le dita”.