1 dicembre 2015, sedicesimi di finale di Coppa Italia. Il Crotone di Ivan Juric per la prima volta porta i suoi tifosi nel tempio del calcio, allo stadio San Siro. Sono 5000 i crotonesi che si sono mossi da tutta Europa per sostenere Budimir e compagni in questa sfida di Davide contro Golia. La gara finisce 3-1 per il Milan dopo i tempi supplementari, ma a dare spettacolo allo stadio e nel centro di Milano sono tifosi del Crotone.
Sembrava la prima e ultima volta del Crotone a San Siro, sicuramente un appuntamento da non perdere, ma quella squadra che aveva al timone Juric, fece impazzire una città e stravolse le gerarchie del calcio nazionale. Il 29 aprile del 2016 il Crotone di Cordaz e Palladino, di Gian Marco Ferrari e Claiton, di Stoian e Torromino, con il pareggio di Modena raggiunse per la prima volta lo storico traguardo della promozione in Serie A.
Quel 1 dicembre, però, resterà scolpito per sempre nella memoria di quanti intrapresero quel viaggio carico di orgoglio da esportare nella capitale del calcio europeo.
Sin dalla sera prima le strade del centro di Milano erano piene di tifosi con bandiere e sciarpe del Crotone. Gente oltre che di Crotone città, di Mesoraca, Petilia, Cutro, gente che viveva e lavorava in Germania, Svizzera, Inghilterra, si imbarcò su un aereo per rappresentare le proprie origine, il proprio orgoglio e far vedere all’Italia intera quanta passione può esserci dietro una squadra di calcio, che in quel momento, però, era la rappresentazione mediatica di una terra carica di voglia di vivere.
Fu una serata indimenticabile, al di là del risultato, che riempì d’orgoglio un intero popolo, perché il piccolo Crotone aveva portato ai supplementari il gigante Milan, lo aveva fatto soffrire e quasi annientato. E forse anche quella prestazione così imponente diede la forza e la consapevolezza alla squadra di Juric che quella poteva essere la stagione migliore di sempre, un passo verso l’olimpo.
La mattina e il pomeriggio della partita piazza Duomo a Milano sembrava il lungomare di Crotone nei giorni di festa. A migliaia si concentrarono in quel piazzale per far vedere a Milano e all’Italia chi erano i tifosi del Crotone e che nessuna distanza li avrebbe potuti tenere tanto lontani dal sogno. Tutti, ma proprio tutti quelli che passavano da piazza Duomo si fermavano a fare foto e video di quei “pazzi” calabresi che si erano fatti 1200 km per vedere una partita di calcio. Ma quella di San Siro non era solo una partita di calcio, ma il miglior palcoscenico sul quale rappresentare l’amore di un popolo intero per le sue origini. Il gol di Budimir, e in generale la prestazione della squadra di Juric, fecero gonfiare il petto dei 5000 arrivati a San Siro in rappresentanza di un territorio. E poco importa se alla fine fu il Milan a passare il turno, perché tutte le tv e i giornali italiani parlarono non tanto della partita, ma di quell’onda d’amore che dal Sud era rotolata fino al Nord, portandosi dietro storia, cultura millenaria, tradizione, passione e voglia di gioire.
“Va jjut bon ca u c’è u ritorno” il geniale stendardo presente nella curva dei 5000 tifosi del Crotone, ripreso dai maggiori quotidiani italiani. Il ritorno dei 5000 a Crotone, in Svizzera, in Germania, in Inghilterra fu, invece, dolcissimo. La sensazione era quella di aver partecipato ad una cosa bella che si porterà per sempre dentro. E quel viaggio diventò ancora più dolce il 29 aprile del 2016 quando “Il Crotone – per dirla con Francesco Repice di Tutto il calcio minuto per minuto – è in Serie A, per la prima volta nel corso della sua gloriosa storia“.
Quel giorno sul campo vinse Golia (il Milan), ma Davide (il Crotone) guadagnò la gloria eterna.