I resti di un’automobile come simbolo della lotta alla mafia. Nel sacrificio estremo di quei servitori dello Stato, saltati in aria insieme al giudice Giovanni Falcone il 23 maggio del 1992. Un simbolo che oggi assume ancora più valore, magari per chi in quella data ancora non era nato e che, con un po’ di incoscienza, continua a fare ironia sull’arresto di Matteo Messina Denaro, sul suo stile ricercato nel vestire, sul fatto di essersi “nascosto” proprio a casa sua. Vederla dal vivo quell’automobile, forse, aiuterà a capire chi stava da una parte e chi dall’altra. E cosa è in grado di fare il male che in quella occasione aveva un nome specifico: Cosa Nostra. Lunedì mattina alle 10,00, nel piazzale antistante il tribunale di Crotone, verrà esposta per una giornata intera la teca con i resti dell’auto della scorta di Giovanni Falcone, quella Croma blindata a bordo della quale vi erano gli agenti Rocco Dicillo, Vito Schifani, e il caposcorta Antonio Montinaro.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dall’associazione “E’ solidarietà”, che ha organizzato in questo periodo una serie di appuntamenti per valorizzare la “Memoria e l’impegno”. Sabato 4 febbraio è previsto allo Stadio Ezio Scida un triangolare di beneficienza al quale parteciperanno la Nazionale Magistrati, una formazione Nazionale dei Sacerdoti e Suore e una compagine Locale formata da rappresentanti delle Forze dell’Ordine della provincia. Tre giorni dopo, infine, verrà costituita la Biblioteca della Legalità.
(Foto: Polizia di Stato)