Crotone,
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“Una luce negli abissi”: l’opera dell’artista Alfonso Ruggieri per le vittime di Steccato

“In 40 anni non ho mai pianto per un’opera. Questa volta invece si, fin dal bozzetto iniziale. Nasce tutto dal dolore per questa immane tragedia, sono stato letteralmente trafitto da questa vicenda. L’intenzione è quella di rendere, dal punto di vista artistico, immortali queste persone morte ingiustamente”. Sono le parole dell’artista sannita Alfonso Ruggieri, che da San Lorenzello, in provincia di Benevento, ha vissuto la strage di Steccato di Cutro con trasporto ed emozione, tanto da voler dedicare un’opera alle vittime del mare, naufragate a centro metri dalla spiaggia dopo aver viaggiato per più di 4 giorni a bordo della Summer Love. “Una Luce negli abissi” verrà presentato ufficialmente il prossimo 7 giugno, presso “Aquapetra Resort” di Telese Terme.

“In fondo – aggiunge Ruggieri – il compito e l’aspirazione di un artista è proprio questa: cercare di rendere immortale qualcosa attraverso il suo messaggio. Oggi differenziarsi dal punto di vista tecnico, con l’avvento anche della tecnologia, è praticamente impossibile. Quello che ci rende unici sono i temi che trattiamo e questa, per me, è una vicenda che non può essere dimenticata”.

Nell’opera di Ruggeri, che l’autore stesso afferma “aver preso forma dalla profondità di certe corde esistenziali”, si percepisce l’afflato etico che mira al recupero di un’umanità sostanziale, fondata sull’annullamento delle differenze e delle diseguaglianze.

Biografia

Alfonso Ruggieri ha 40 anni, vive in un minuscolo paese di una delle più piccole province d’Italia e, nell’epoca del Super Digitale, della dematerializzazione e del 7D, desidera vivere facendo il pittore. Se cercate l’uomo giusto, nel posto giusto, al momento giusto, di certo non state cercando lui. Alfonso è un uomo sbagliato nel momento giusto o forse un uomo giusto nel momento sbagliato e così è anche la sua arte. Inevitabilmente poetica, gentile ma inquieta come tutte le cose belle che sembrano però non essere lì dove si ritiene che dovrebbero essere.

Alfonso non cerca di piacere, così come non cerca di pianificare una vita quale si immaginerebbe per un uomo dei nostri giorni. Lui semplicemente fa quello che è chiamato a fare da una voce intima e sibilante che tutti noi abbiamo ormai dimenticato come ascoltare. Ricordo d’aver letto una volta che forse è proprio questo che rende l’essere umano un artista: il tentativo di seguire, attraverso la pittura o la scultura o la letteratura, il magnifico e periglioso cammino che conduce all’uomo.

Igino De Masi