Crotone,
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Quando il prefetto Morcone diceva: “Nessuna irregolarità nella gestione del Cara Sant’Anna”

“La Misericordia di Isola Capo Rizzuto esprime piena soddisfazione per l’esito dell’audizione in Commissione Parlamentare Antimafia, nel corso della quale non sarebbero emerse irregolarità nella gestione del Cara Sant’Anna. Lo scorso 20 ottobre, il Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, Morcone, è stato ascoltato dalla Commissione Antimafia, presieduta da Rosy Bindi, per fare il punto sulla situazione dei migranti in Italia e sul sistema d’accoglienza. Nel corso dell’audizione, il Prefetto ha spiegato come ad oggi, non siano emerse irregolarità nè siano state avanzate contestazioni in merito alla gestione del CARA Sant’Anna. Inoltre, il prefetto ha ricordato come in assenza di provvedimenti dell’autorità giudiziaria, la prefettura continuerà ad affidarsi a chi ha vinto legittimamente la gara, ossia la Misericordia di Isola Capo Rizzuto, che da anni, lavora per i migranti al Centro d’accoglienza Sant’Anna”. Questa nota è stata diramata nell’ottobre 2015 dalla Fraternita Misericordia di Isola Capo Rizzuto e riportava il succo dell’audizione del prefetto Mario Morcona, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione presso la Commissione parlamentare antimafia.

Di seguito gli stralci di quella audizione che riguardano il Centro d’accoglienza di Isola Capo Rizzuto.

Seduta n. 119 di Martedì 20 ottobre 2015

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione… C’è poi la vicenda di Crotone, che è sempre sul tavolo. Sono anni che – lo dico naturalmente senza alcuna polemica, ma, al contrario, con tutta la collaborazione possibile – vengono a fare le fotocopie al Ministero degli atti relativi al centro di Crotone, ma fino adesso la polizia giudiziaria non ci ha comunicato alcun provvedimento. Pertanto, noi non possiamo far altro che continuare ad avvalerci di chi ha vinto legittimamente una gara, finché non emergono concreti elementi contestati dalle forze dell’ordine. L’ho precisato perché Crotone nella discussione generale è uno dei temi che ricorrono sempre.

GIUSEPPE LUMIA. Signor prefetto… poiché lei vi ha fatto un cenno, a Crotone e alla Campania – una possibile infiltrazione mafiosa in alcuni casi già accertata (vedi Roma) e in altri in via di accertamento? Secondo lei, quali sono i punti critici che bisogna eliminare in modo chiaro, chirurgico, qualificato e rigoroso? Intanto le volevo chiedere perché a Crotone non si opera con lo stesso stile. Perché si aspetta il risultato delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria? Voi avete il vostro potere. I prefetti – lei lo sa perché l’ha fatto e l’ha fatto anche bene – hanno il potere dell’Alto commissario antimafia, che sono stati concentrati proprio nelle prefetture, che vi conferisce delle possibilità enormi per intervenire, fare ispezioni, rimuovere e sciogliere anche aspetti contrattuali. Io penso che si debba non solo attendere l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine, ma anche prevenire.

CELESTE COSTANTINO. Io, purtroppo, ritorno sul tema di Isola di Capo Rizzuto perché troppe sono le segnalazioni e troppe sono le ombre su quel centro.
Io ho avuto modo di visitarlo più volte, sia in situazioni di sovraffollamento, sia in situazioni di normalità. Quello è un centro che in parte avrebbe dovuto anche essere ristrutturato. L’ultima volta che io sono stata in visita, nonostante ci fosse già una Pag. 11parte agibile, ho visto che la maggior parte degli ospiti – definiamoli così – venivano trattenuti all’interno di container, in una situazione veramente di disagio estremo. C’era stata da poco l’alluvione in Calabria e c’erano le fogne aperte, con gli ospiti che stavano all’interno di questi container. Parliamo di situazioni con dieci persone che stavano all’interno di un unico container senza avere accesso all’acqua e senza avere a disposizione nulla che si possa definire umano. Davanti a domande che sono state fatte alla cooperativa Misericordia non ci sono state risposte nemmeno improvvisate che potessero in qualche modo dare conto di ciò che stava avvenendo all’interno di quel centro. Io ho presentato tre interrogazioni parlamentari, cui non ho avuto risposta, di cui una proprio in merito alla morte di un ospite, che non si riesce a capire bene come sia avvenuta. Tante denunce sono state fatte e la vicenda è già stata nominata dalla giornalista Raffaella Cosentino, che si è recata più volte in quel centro. Su questo io non penso che si possa più aspettare, perché è evidente che c’è un problema. C’è un problema che riguarda il territorio e non solamente il CARA di Isola Capo Rizzuto.

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Quella di Crotone è una vicenda simile. Qui si sconta un problema simile alla vicenda di Mineo. Se a Crotone hanno vinto una gara formalmente legittima, mi spiegate con quale strumento io intervengo per rescindere quel contratto o per non assegnare quella gara ? Noi abbiamo mandato lì il progetto Praesidium e altre ispezioni. Mi impegno personalmente qui, oggi, stasera, a fare un’ispezione personalmente, appena trovo un minuto, per andare a vedere. Quello che è emerso, lei stesso l’ha detto, è un uso un po’ discutibile e distorto del pocket money. Infatti, c’è stata una penale di 20.000 euro. Questo, però, a seguito di ripetute ispezioni. Noi non ci affidiamo alle intercettazioni. Abbiamo bisogno di elementi concreti per mettere in discussione un provvedimento, una gara, la decisione di un affidamento. Non si può fare così, sulla base di una discrezionalità.

PRESIDENTE (Rosy Bindi). Scusi, prefetto, ma se attraverso le ispezioni e i controlli che voi fate si ravvisa un comportamento diverso da quello contenuto nel capitolato, perché non potete intervenire ?

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Siamo intervenuti, presidente. Infatti, quando parliamo della penalità dei 20.000 euro, essa nasce esattamente dal mancato rispetto della corresponsione del pocket money. Evidentemente, però, c’è una gradualità di misure. Non si può intervenire rispetto agli elementi emersi. Comunque, prendo un impegno solenne: facciamo una nuova ispezione a Mineo, ma soprattutto, scusatemi…

VINCENZA BRUNO BOSSIO. Mi scusi, ma sulla società che fornisce il catering ? C’è scritto su L’Espresso – non lo dico io – che «…i cugini Antonio e Fernando Poerio, imprenditori del catering, cui pochi anni fa è stato sospeso il certificato antimafia. In seguito la società dei Poerio e delle loro mogli, La Vecchia Locanda, è stata liquidata e la fornitura dei pasti del centro accoglienza per migranti Sant’Anna, uno dei più grandi d’Italia, gestito appunto dalle Confederazione delle Misericordie, è passata al Quadrifoglio, con un trasferimento di azienda ad Antonio a Pasquale Poerio». Quando abbiamo fatto questa domanda, ci è stato detto che è la Prefettura che certifica le forniture. Questa è un’azienda che non ha il problema dell’altra, ma c’è una continuità familiare.

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Le leggo, se vuole, quello che ha scritto il prefetto di Crotone: «La prefettura di Crotone ha segnalato possibili interessamenti o infiltrazioni della criminalità organizzata sul fenomeno migratorio nell’ambito delle attività di gestione dei servizi di accoglienza attinenti sia al CARA di Isola di Capo Rizzuto che alla struttura ricettiva Sant’Antonio di Cirò Marina. I profili di criticità sinora riscontrati attengono ai servizi offerti in subappalto dall’ente gestore Confederazione delle Misericordie d’Italia. Il rapporto contrattuale tra la prefettura e l’ente gestore è regolato da una convenzione che dà la facoltà di ricorrere a subappalti nelle forme del Codice dei contratti per i servizi alla persona, tra i quali rientra l’erogazione quotidiana dei pasti. In particolare, venivano inizialmente autorizzate tre ditte, tra le quali la La Vecchia Locanda Catering di Isola di Capo Rizzuto. All’esito delle informazioni antimafia veniva, tuttavia, adottato il decreto prefettizio di revoca dell’autorizzazione al gestore di avvalersi di La Vecchia Locanda Catering per i motivi emersi nei confronti della ditta ristorante I Cavallucci di Muraca Stefania di Isola di Capo Rizzuto, che nel frattempo era divenuta cessionaria di La Vecchia Locanda Catering. Sulla vicenda della revoca del subappalto è intervenuto il TAR Calabria, che, con sentenza del 2012, decidendo sul ricorso proposto da La Vecchia Locanda Catering avverso il decreto prefettizio, lo ha respinto.
Ad oggi la convenzione sottoscritta con il gestore della Confederazione delle Misericordie d’Italia con decorrenza 20 novembre 2012 per la durata di tre anni – è scaduto il contratto; stiamo discutendo di questo e ne avrei parlato dopo – autorizza l’ente gestore ad avvalersi per il servizio di fornitura dei pasti di tre ditte denominate Mediterranea Catering, Cosec e Il quadrifoglio. Per tali ditte sono state acquisite in senso liberatorio le verifiche antimafia».

GIUSEPPE LUMIA. È scaduto il contratto?

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Sta scadendo. Stanno avviando a Crotone la gara per rinnovare il contratto. Naturalmente cercheremo di mettere tutti i paletti necessari a chiarire anche questi aspetti.

PRESIDENTE. Magari le ispezioni non dovrebbero essere annunciate prima, ma fatte all’improvviso.

MARIO MORCONE, Capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Presidente, ci andrò io personalmente – lo dichiaro solennemente in questa Commissione – senza annunciare.

GIUSEPPE LUMIA. Inserite una clausola di gradimento nel capitolato.

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Certamente. A questo punto, alla luce di questi elementi di cui discutevamo, cercheremo di costruire una gara d’appalto nel senso richiesto…

All’onorevole Bossio in parte ho già risposto. È vero, onorevole, si sono arrabbiati a Crotone. Avranno fatto bene o avranno fatto male, ma perché lei si è portata dietro la giornalista non dicendo nulla? Io credo che, da parte di un deputato come lei, alla fine, forzare portando dietro la giornalista e non facendola apparire come tale, francamente, determini…

VINCENZA BRUNO BOSSIO. Questo è falso. Non so chi gliel’abbia detto, ma è falso.

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Questo mi hanno detto. Io lo riferisco.

VINCENZA BRUNO BOSSIO. La giornalista era talmente conosciuta che è stata ripetutamente provocata durante la permanenza. Anzi, io mi ero portata anche come mia assistente la Garante per i minori, un altro soggetto poco gradito sia alla prefettura di Crotone, sia al signor Leonardo Sacco. Eravamo in tre in quel momento. Forse mancava solo Celeste, così saremmo state al completo. Il problema è il pregiudizio non solo del gestore, ma anche e soprattutto della prefettura nei confronti di chi va a mettere il naso in cose che evidentemente non possono essere viste fino in fondo.

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Comunque, ripeto, il mio impegno, come ho detto alla presidente, a fare una nuova ispezione, senza preavviso. Ci andrò personalmente. Il tema del CIE è un tema legato all’Agenda Juncker. Nessuno può dubitare della mia attenzione a questi problemi, ma non esiste che si vada in un altro Stato e non si voglia dire chi si è. Si deve dire come ci si chiama e da dove si viene. La propria identità si deve necessariamente dichiarare. Questo ci è ormai imposto dall’Agenda Junker, con una decisione dell’Unione europea e questo noi stiamo facendo a Lampedusa in fase sperimentale, ma dovremo farlo su tutti gli sbarchi. Naturalmente ci sono delle condizioni – spero marginali e davvero di piccolissimi numeri – nelle quali, all’ennesimo rifiuto, saremo costretti comunque ad agire così, nonostante il tentativo di convinzione e la spiegazione che con la relocation possiamo mandarli in Finlandia, in Svezia, Spagna o in Francia. Se persiste questo continuo rifiutarsi, per pregiudizio o per motivi personali, in quel caso il destino è segnato. Il migrante va in un CIE. Non è possibile fare diversamente.

VINCENZA BRUNO BOSSIO. Scusi, la mia domanda era perché avete riaperto il CIE proprio a Crotone.

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Stiamo riaprendo dove possiamo. L’abbiamo riaperto anche a Brindisi.

VINCENZA BRUNO BOSSIO. Come mai, se non avete capito quello che era successo prima e perché era morto quell’ospite, l’avete riaperto?

MARIO MORCONE, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Io non so nemmeno quando sia morto l’ospite. Noi abbiamo riaperto Crotone come abbiamo riaperto Brindisi e come abbiamo riaperto Trapani. Stiamo rapidamente ristrutturando alcuni padiglioni a Torino e si porrà anche il problema di Milano. Lo dico molto francamente. Questa è una questione fortemente connessa alle decisioni assunte dall’Unione europea, rispetto alle quali noi abbiamo delle responsabilità e non potremo sfuggire…

Onorevole Costantino, a me risulta che Crotone delle ristrutturazioni le abbia fatte, e che siano anche delle ristrutturazioni importanti. Torneremo per andare a vedere.