Fingevano di vendere pizze, ma i clienti richiedevano la cessione di ben altro prodotto. La base operativa degli spacciatori era costituita da una pizzeria a gestione familiare, esercizio pubblico che consentiva di dare una parvenza di legalità ai lucrosi traffici di famiglia.
Dopo lunghe indagini, i carabinieri della Compagnia di Modena, coadiuvati dai carabinieri della Compagnia di Cirò Marina, hanno eseguito 8 misure cautelari a carico di altrettanti destinatari, di cui 3 custodie cautelari in carcere, 1 arresti domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, per spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina.
È il risultato di una operazione antidroga denominata “Pizza family 2”, condotta dalla Stazione carabinieri di Nonantola, che ha portato all’emissione delle 8 misure cautelari da parte del Gip del Tribunale di Modena, Eleonora Pirillo, su richiesta del pm Marco Niccolini.
L’indagine, condotta dall’anno 2018 al luglio 2020, ha permesso, grazie alle attività tecniche ed alle diverse testimonianze raccolte, di documentare oltre 270 cessioni di sostanze stupefacenti del tipo cocaina a numerosi acquirenti, di cui 65 identificati, che si recavano nell’esercizio pubblico, fingendo di acquistare pizze.
L’indagine risultato seguito di un’altra indagine (le cui misure cautelari personali erano state eseguite nel luglio 2020, anche con il sequestro preventivo della pizzeria), è scaturita dopo l’arresto di uno dei componenti della famiglia che gestiva la pizzeria, trovato in possesso di un ingente quantitativo di cocaina, L’attenzione si è rivolta quindi ai restanti familiari, i quali hanno continuato ad utilizzare la pizzeria per agevolare la perpetrazione delle loro attività illecite, sfruttando anche la criminale collaborazione da parte di alcuni dipendenti.