Oggi nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna – Direzione Distrettuale Antimafia -, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a tre misure cautelari in carcere disposte dal G.I.P. di Bologna nei confronti di tre esponenti apicali della ‘ndragheta.
Nicolino Grande Aracri, nato a Cutro, classe 1959 (capo dell’omonima cosca operante in Cutro), Nicolino Sarcone, nato a Cutro, classe 1965 (esponente di vertice del sodalizio ‘ndranghetistico operante in Emilia) e Angelo Greco, detto “Lino”, nato a San Mauro Marchesato, classe 1965 (capo della ‘ndrina, esistente nel torinese, distacca di San Mauro Marchesato, facente capo al locale di Cutro), tutti già detenuti per altra causa sono stati, sexondo l’accusa, gli autori di due omicidi che sconvolgevano la comunità reggiana nel 1992.
Scive la Questura: “l’omicidio di Nicola Vasapollo. Verso le ore 12.15 del 21.09.1992 Nicola Vasapollo si trovava solo nell’appartamento di via Pistelli 7 in Reggio Emilia, luogo in cui era sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, quando ricevette la visita di due persone armate le quali lo trucidarono con colpi di arma da fuoco. Gli assassini si allontanarono a bordo di una Fiat Uno che fu rinvenuta non molto lontano dal luogo del delitto, alle ore 22.00 dello stesso giorno. L’autovettura usata dagli assassini fu accuratamente pulita con spray per la cancellazione di ogni impronta.
L’uccisione di Giuseppe Ruggiero.
Verso le ore 3.30 del 22/09/1992, una Fiat 1 riportante la scritta “Carabinieri” sulle fiancate ed il lampeggiante sul tetto entrava nel cortile della abitazione di Ruggiero, a Brescello. Due persone vestite con l’uniforme dei Carabinieri, che, trucidarono con colpi di arma da fuoco Ruggiero. L’autovettura era stata rubata poche settimane prima e fu abilmente trasformata in una gazzella dei Carabinieri per perseguire il fine spietato dell’omicidio. I due “carabinieri” altro non erano che due “ndranghetisti.
Per questi omicidi erano già stati condannati all’ergastolo con sentenza divenuta definitiva il 02/05/1997 Raffaele Dragone e Domenico Lucente.
Le accurate indagini svolte sulla scorta delle dichiarazioni di due collaboratori, Angelo Cortese e Antonio Valerio, i quali materialmente, avevano preso parte all’omicidio di Ruggiero hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di: Nicolino Grande Aracri, ritenuto il mandante, e di Nicolino Sarcone, quale esecutore materiale, in ordine all’omicidio di Nicola Vasapollo;
– Nicolino Grande Aracri, Nicolino Saecone e Angelo Grexo quali responsabili, a vario titolo, dell’omicidio consumato in Brescello in data 22.10.1992 in danno di Giuseppe Ruggiero. L’omicidio venne consumato da un corposo gruppo di fuoco che aveva inscenato un controllo di Polizia poiché Ruggiero era ristretto, all’epoca, agli arresti domiciliari. Il gruppo aveva pianificato nei dettagli l’omicidio utilizzando tre autovetture rubate – tra le quali una “fiat Uno”, appositamente camuffata in una “gazzella” dei Carabinieri, abbandonata sul luogo dell’omicidio – e due autovetture di copertura utilizzate, poi, per la fuga.
Un’attenta e certosina attività di riscontro effettuata dalla Squadra Mobile di Reggio Emilia, con il coordinamento della Squadra Mobile di Bologna e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha consentito di raccogliere numerosi riscontri in ordine alle dichiarazioni dei collaboratori e di raccogliere gravi indizi di colpevolezza anche in ordine all’omicidio perpetrato in danno di Nicola Vasapollo.
Sono stati visionati e studiati analiticamente decine di fascicoli anche relativi ad altri fatti di sangue inquadrabili, sempre, nella guerra di mafia combattuta nei primi anni ’90 in Calabria e nel Nord Italia in particolare nelle province di Reggio Emilia, Cremona e Mantova.
L’esame dei tabulati telefonici generati, nel 1992, dalle utenze telefoniche degli indagati, la identificazione di compagne ed amanti dell’epoca, la ricerca di autovettura in uso nel 1992 agli indagati, di controlli del territorio o di contravvenzioni al codice della strada elevati in quell’anno, lo studio delle cartine topografiche degli anni 1990 e quelle attuali hanno restituito un quadro indiziario ritenuto solido e robusto dal G.I.P. di Bologna.
È stato ricostruito, per esempio, il percorso effettuato dal commando responsabile dell’omicidio Ruggiero che aveva imboccato un ponte, esistente nel 1992, che, oggi, non c’è più ed è stato sostituito da un altro ponte sopraelevato.
Il G.I.P. di Bologna ha riconosciuto sussistente l’aggravante mafiosa per entrambi gli omicidi che, quindi, possono essere inseriti in quadro di guerra ‘ndraghetistica combattutasi, anche a Reggio Emilia, in quegli anni. Oltre ai tre arrestati vi sono due ulteriori persone indagate e destinatarie di perquisizione in data odierna”.