Sotto l’albero di Natale i crotonesi pensavano di trovare un nastro da tagliare per la riapertura della piscina comunale. Anzi, in realtà l’aspettavano molto prima, perché nel corso della conferenza stampa l’assessore al ramo Luca Bossi, incalzato dalle domande dei giornalisti che, giustamente, pretendevano risposte concrete e non annunci, aveva dichiarato: “La piscina riaprirà entro 40 giorni”. Era il primo giorno di ottobre, basta fare due calcoli per capire che siamo in ritardo già di un mese e mezzo.
Ma c’è di più. Nei primi giorni di dicembre si sarebbe dovuta completare anche la copertura, anche questa annunciata alla fine del mese di ottobre, ma ancora dalle parti di via Giovanni Paolo II di operai, ad oggi, non se ne sono visti. Probabilmente, anche in questo caso, sarà colpa del Covid. Senza la copertura viene molto difficile pensare ad altri lavori da realizzare. E attenzione, in tutta questa vicenda le società che con grande coraggio hanno deciso di partecipare al bando, non centrano assolutamente nulla. Anzi, andrebbero solo ringraziate perché se c’è ancora una minima speranza di riapertura il merito è esclusivamente loro.
Anche perché la struttura, è inutile negarlo, versava in condizioni pietose e anche adesso ci sono ancora tante e tante cose da sistemare. E non di poco conto. Il fatto di azzardare una data come il 10 di novembre voleva dire, forse, non avere reale contezza della situazione. Si parla solo di fatti: il Comune aveva assunto un impegno, indicando uno spazio temporale preciso. I fatti dicono, fino a prova contraria, che la struttura, passato un mese e mezzo, è ancora chiusa.