C’è una pista che proietta Crotone direttamente sulle rotte del grande traffico internazionale di cocaina. È quello che emerge da una serie di intercettazioni contenute nella corposa ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Reggio Calabria, Domenico Santoro, nell’ambito dell’operazione “Pollino” contro la ‘ndrangheta di San Luca con ramificazioni nel Nord Italia, Germania, Belgio, Olanda e Sud America.
Operazione che ha portato all’emissione di 90 misure cautelari, che riguardano soprattutto le famiglie di ‘ndrangheta Pelle-Vottari, con indagini portate a termine anche attraverso gli organismi europei Eurojust e Europol.
Gli inquirenti riportano come in una fase delle indagini, due esponenti di spicco delle famiglie, in attesa di un carico di droga dal Sud America che non arrivava, conversando tra loro parlano della possibilità di rifornirsi a Crotone.
«In data 17.10.2016, dalle ore 19:23 (Sessione 37 – progressivo 2346), dodici giorni dopo la cattura di Pelle Antonio, – scrive il Gip – si registrava una conversazione tra Pelle Domenico e Gentile Giovanni, nel corso della quale emergeva come il rampollo della famiglia Pelle, nonostante l’assenza del padre, continuava a portare avanti i traffici nazionali ed internazionali di cocaina.
Difatti, Pelle Domenico proponeva a Gentile Giovanni di approvvigionarsi di stupefacente da fornitori di Crotone, come già faceva un suo cugino (“…C’è un cugino mio che la prende a Crotone…dice che a Crotone ce n’è…”). Gentile rispondeva di essere a conoscenza di tale canale, ma che preferiva attendere l’arrivo del carico dal Sudamerica, di cui si è trattato in precedenza (“…Si lo so.. ma mi rompo i coglioni ad andare… oh Mi’ io, voglio aspettare questo mo’. perché questo si conclude non ti preoccupare…”). Pelle esprimeva la sua perplessità sul carico in arrivo (“…Compà ma questi mi pare a me che la fanno troppo lunga…”); Gentile lo rassicurava dicendogli che in tali narcotraffici questi tempi, anche se lunghi, rientravano nella norma: “…Mico
non li sai queste cose come vanno?… vedi che ci sono persone che mettono soldi e aspettano…” ».
C’è da rilevare, inoltre, che tra le novanta persone raggiunte da provvedimenti di misura cautelare ci sono due crotonesi residenti al Nord Italia.
Fausto Commarà, nato a Crotone, ma residente a Barlassina (Monza-Brianza), e Antonio Paparo, nato a Crotone, ma residente a Casalmaggiore (Cremona). Il Gip ha disposto il carcere per Commarà e gli arresti domiciliari per Paparo.