Dopo più di un anno dall’inizio del cantiere si sono conclusi i lavori della famigerata rotatoria Tufolo–Farina. Per realizzare una semplice rotatoria e qualche metro di marciapiede c’è voluto un tempo spropositato, neanche avessero incontrato degli ostacoli naturali; burroni, anfratti e montagne da scavare.
Saranno state le polemiche iniziali o i dibattiti che hanno ostacolato i primi mesi, ma chiunque può constatare che la ditta esecutrice ha lavorato per pochi giorni al mese in questo lungo anno. Se i romani avessero costruito l’anfiteatro Flavio che era in grado di contenere un numero di spettatori tra 50.000 e 75.000, con un’altezza di circa 50 metri e una superficie di 3.357 mq, con la stessa flemma che regna sovrana nella nostra città, anziché otto di anni, come è avvenuto, ne avrebbero impiegati 800.
Alla fine, comunque, ciò che è stato consegnato alla comunità “tufolana” e “fariniana” è un’infrastruttura al quanto lacunosa e ancora incompleta.
Innanzitutto avrebbero potuto proseguire lungo la linea dello spartitraffico con delle siepi piuttosto che cementificare la linea di demarcazione delle due corsie.
A 14 mesi dalla chiusura dei lavori colpisce che i lampioni stradali non siano ancora entrati in funzione.
I marciapiedi, poi, sono stati incatramati, e si è creata una brutta line di demarcazione tra la parte che ha le piastrelle e quella che porta l’asfalto.
La ringhiera che delimita il Palakrò, per la parte che delimita la nuova area della rotatoria, rimodulata a seguito delle modifiche, risulta pitturata, il resto ancora è arrugginita.
Non è stata creata alcuna linea di attraversamento pedonale, anzi quelle che ci sono in prossimità della rotatoria sono sbiadite da tempo.
Nemmeno il centro della rotatoria è stato abbellito con qualche monumento o statua.
Per non parlare di quando piove, si crea sempre una vasta pozzanghera a causa della mancanza di deflusso dell’acqua difronte l’entrata del Palakrò.
E che dire inoltre di quando ci si introduce nella rotatoria, in tutte le rotatorie dello stivale, vige l’art. 145, comma 2, del codice della strada secondo il quale: “Quando due veicoli stanno per impegnare una intersezione, ovvero laddove le loro traiettorie stiano comunque per intersecarsi, si ha l’obbligo di dare la precedenza a chi proviene da destra, salvo diversa segnalazione”, quindi, in tal caso ha la precedenza chi si immette nella rotatoria.
Questo assunto normativo, a Crotone invece non vale!
E no, perché quando ci si immette nella rotatoria Tufolo-Farina, ad esempio dalla Via Alda Negri, occorre dare la precedenza agli automobilisti che provengono dalla Via Nazioni Unite, i dentro la rotatoria si è costretti a fermarsi!
Se negli altri paesi le opere pubbliche vengono eseguite con l’intenzione di migliorare l’aspetto di una zona, qui a Crotone o le infrastrutture non si realizzano oppure quando vengono eseguite (poche volte e con notevole ritardo) sono malfatte e poco funzionali.
Poi si tira fuori la solita litania che siamo isolati dal resto del mondo e compagnia bella…in realtà l’isolamento è soprattutto mentale, perché si è incapaci di copiare anche gli esempi già collaudati e funzionanti in altre realtà.
Guido Bianco, un cittadino della zona